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Le carte di Franca Mancini

Jenny Dogliani

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Dopo avere debuttato nel 1969 con Milena Ugolini nella galleria Il Segnapassi di Renato Cocchi a Pesaro, Franca Mancini apriva in città una propria sede nel 1977.

«Scenografia per teatro fantasmi (Still Life)», 1997Da allora prosegue la sua attività dedicando particolare attenzione agli intrecci tra arte contemporanea, avanguardie storiche, neoavanguardie, musica e teatro, attraverso la scelta di lavori storici, inediti, recenti e progetti site-specific di artisti quali Gilberto Zorio, Bill Viola, Grazia Toderi, Alberto Savinio, Giorgio de Chirico, Gino Severini, Jean Dubuffet, Arnaldo Pomodoro e molti altri ancora. In sintonia con questa linea è la collettiva «Opere sparse», che Franca Mancini ospita fino al 31 gennaio.

Sono esposti disegni, grafiche e fotografie realizzati tra gli anni Sessanta, Settanta e Ottanta da venti importanti artisti, tra cui Francesco Clemente, Ugo Mulas, Joseph Kosuth, Jannis Kounellis, Giò Pomodoro, Robert Rauschenberg, Getulio Alviani, Julian Schnabel, Alberto Burri e Marco del Re. Figurano inoltre due ritratti del genius loci Gioachino Rossini firmati da Tullio Pericoli, che attraverso i contrasti di luci e ombre, tratti duri e linee morbide, restituisce il tormentato genio del celebre compositore.

Di Enzo Cucchi è esposta una calcografia di grande intensità simbolica intitolata «La dono», raffigurante due mani nell’atto di porgere dei fogli contenenti l’essenza stessa dell’arte. Gli scultori francesi Anne e Patrick Poirier, invece, partecipano con una stampa a colori nella quale oggetti, frammenti di tessuto, bicchieri di vetro e bambole sono disposti in una surreale messa in scena che evoca lo spettro del tempo passato. Quattro, infine, le opere grafiche di Giulio Paolini, nelle quali emergono i complessi rapporti tra l’opera d’arte con i suoi codici e l’osservatore con la sua facoltà di conferire significato a ciò che vede.

Jenny Dogliani, 07 gennaio 2015 | © Riproduzione riservata

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