Image

Hermann Nitsch, «Pittura dell’O.M. theater», 1984

Image

Hermann Nitsch, «Pittura dell’O.M. theater», 1984

Kounellis dialoga con Nitsch da Benappi

Analogie performative tra i due grandi maestri che amavano inquietare il pubblico

Monica Trigona

Leggi i suoi articoli

Jannis Kounellis (1936-2017) e Hermann Nitsch (1938-2022) sono stati artisti della stessa generazione che, pur nella diversità delle loro opere, hanno avuto alcuni punti di contatto nella pratica artistica: il linguaggio performativo nel realizzare i loro lavori, il legame con il teatro e l’obiettivo comune di inquietare il pubblico attraverso elementi e azioni disturbanti per innescare consapevolezza e controreazioni catartiche, oltre all’utilizzo di elementi arcaici e metaforici per suscitare interrogativi. Entrambi concepivano la storia dell’umanità come la continua ricerca, anche nei suoi aspetti più drammatici, di una condizione veritiera e per questo furono artefici di visioni al di là di ogni formalismo, per indagare la trama collettiva e il suo dramma.

Se nelle sculture del «greco dell’Arte povera» è noto l’utilizzo di materiali comuni e di scarto (oggi assimilabili a installazioni, ma Kounellis non amava questa etichetta) come di animali vivi, di simboli e allegorie culturali, di Nitsch è assai conosciuta l’opera d’arte totale «Das Orgien Mysterien Theater» durante la quale avvenivano performance piuttosto estreme per far entrare in contatto i partecipanti con la propria natura animale più istintiva e atavica e raggiungere esiti profondamente spirituali. Sino al 9 dicembre la galleria Umberto Benappi ospita un percorso a loro dedicato con quattro opere «importanti», due di Kounellis e due di Nitsch, più una ventina di piccolo formato ricche di svariati elementi. Il curatore del percorso, il critico ungherese Lóránd Hegyi: «Da tempo sognavo di fare questa mostra, ne avevo parlato anche a Nitsch ben prima che mancasse. Avevamo in mente di realizzarla a Vienna, amava l’idea di questo percorso condiviso con Kounellis. Questi artisti, infatti, conoscevano le rispettive ricerche e si stimavano molto».

Hermann Nitsch, «Pittura dell’O.M. theater», 1984

Monica Trigona, 31 ottobre 2023 | © Riproduzione riservata

Altri articoli dell'autore

La fiera, che riunisce opere di diversi momenti storici, chiude i battenti in un clima di generale ammirazione anche se per qualcuno gli acquirenti sono stati più cauti e meno interessati all’arte antica

Gli spazi in città regalano al pubblico mostre visionarie che riflettono tempi in cui si sovrappongono con estrema naturalezza dimensioni fisica, metafisica e digitale

Momento molto atteso della fiera torinese è quello dei riconoscimenti che, con qualche novità quest'anno, sono stati consegnati a galleristi e artisti

Con un budget incrementato per le acquisizioni ad Artissima, la Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea Crt ha puntato su artiste donne di generazioni diverse

Kounellis dialoga con Nitsch da Benappi | Monica Trigona

Kounellis dialoga con Nitsch da Benappi | Monica Trigona