Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine

Laura Lombardi
Leggi i suoi articoliTra i materiali di provenienza ignota nei depositi della Soprintendenza è stato ritrovato un ciclo di affreschi di Angelo Michele Colonna risalente alla seconda metà del XVII secolo dipinto per Palazzo Niccolini (già Ciani di Montauto). Si tratta di quadrature architettoniche su pareti e soffitti della Galleria realizzate nel corso degli ammodernamenti del palazzo su commissione di Filippo, primo marchese di Ponsacco e Camugliano, figlio di quel Giovanni di Agnolo Niccolini che aveva acquistato l’edificio nel 1576.
Il pittore lombardo di formazione bolognese era stato chiamato a Firenze per la sua fama di quadraturista dal granduca Ferdinando II de’ Medici. Il motivo della scomparsa degli affreschi di Palazzo Niccolini è legato ai restauri del palazzo nel 1956 per destinarlo all’attuale sede del Provveditorato alle Opere Pubbliche. A quella data la Galleria era già ridotta di un terzo perché era stata creata una loggia aperta per cui gli affreschi, strappati e trasportati su tela, non erano stati riposizionati ed erano caduti nell’oblio.
È stata Giuseppina Clausi, ritrovando in archivio i pagamenti per gli affreschi a Colonna, a compiere la ricerca con Vanessa Gavioli e Hosea Scelza. Pur con una discontinuità conservativa causata dal trauma dello strappo, dall’arrotolamento e dalla giacenza nei depositi per oltre sessant’anni, gli affreschi sembrano destinati a un buon recupero, tanto che il Mibact ne ha caldeggiato il restauro presso il Provveditorato alle Opere Pubbliche, con l’auspicio di poterli poi ricollocare nella sede originaria.

Un particolare degli affreschi di Angelo Michele Colonna
Altri articoli dell'autore
Identità culturale e linguaggio sono i temi dell’artista indiana, la tensione e il limite nel tempo e nello spazio quelli del vicentino. All’Arco dei Becci il colombiano che da ragazzino dipingeva con i numeri
Per il riallestimento del Salone nel Museo del Bargello, su quasi 2mila metri quadrati di superfici, pareti, volte, decorazioni architettoniche (costoloni e balze) ed elementi lapidei, sono state coinvolte professionalità interne ed esterne al museo
Strumentazioni avanzatissime svelano inattesi dettagli sotto la superficie pittorica: un convegno in corso a Firenze conferma come l’aspetto conoscitivo della tecnica sia fondamentale per la lettura del contenuto dell’opera, aprendo un nuovo capitolo di studi
In due giornate di convegno, il 15 e il 16 aprile, si farà il punto su quanto è emerso in quattro anni di analisi diagnostiche e restauri degli affreschi di Masolino, Masaccio e Filippino Lippi nella Chiesa di Santa Maria del Carmine