Image

Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine

Image

Antonio Cifrondi, Visitazione, inizio sec. XVIII, particolare

Image

Antonio Cifrondi, Visitazione, inizio sec. XVIII, particolare

Il Monastero restituito: la storia, il restauro e le opere ritrovate

Ad Astino (Bergamo) restaurato il Monastero dopo secoli di degrado

Image

Ada Masoero

Giornalista e critico d’arte Leggi i suoi articoli

Astino (Bergamo). Il Monastero di Astino, fondato all’inizio del XII secolo da alcuni benedettini vallombrosani guidati dal monaco Bertario, si estende in una valle silenziosa e intatta che si apre a pochi minuti da Bergamo Alta, regalando ai visitatori un affascinante «paesaggio culturale» in cui si sommano natura e cultura, architettura e paesaggio, storia e religione (e, perché no, le prelibatezze gastronomiche del territorio). I secoli e il lungo abbandono avevano però lasciato segni pesanti sul complesso monumentale che, acquisito da Fondazione Mia-Congregazione della Misericordia Maggiore di Bergamo, socio unico di Val d’Astino srl, è oggetto da anni di un impegnativo restauro (cfr GdA n. 299, giugno 2010), ormai avanzato.
Per presentarne gli ultimi risultati e riproporre le opere d’arte di proprietà del monastero riemerse di recente dopo secoli di dispersione e degrado e ora restaurate da Franco Blumer, Studio Restauri Formica e Antonio Zaccaria, nel complesso del Santo Sepolcro in Astino è stato realizzato un nuovo percorso di visita al monumento ed è stata allestita la mostra«Il Monastero restituito 2016» (aperta fino al 31 ottobre), voluta dalla Fondazione e ideata e curata da Alessandra Civai, che ha ricollocato nelle sedi originarie dipinti di Antonio Cifrondi e Marcantonio Cesareo e del senese Pietro Sorri, oltre ai frammenti ritrovati di un «Compianto» in terracotta del 1500 circa, e al «Reliquiario di san Giovanni Gualberto», 1685 circa, d’argento. Tutti, come anche il percorso monumentale nella chiesa del Santo Sepolcro e nel monastero, sono commentati da dispositivi tecnologici come il video con effetti 3D «Raccontami di Astino», a cura di Adriano Merigo, e «docce sonore» che diffondono audio evocativi nei quali la «voce» di un antico monaco parla delle opere esposte e della loro storia.
Come spiega Alessandra Civai, «la mostra è frutto di una ricerca sugli antichi inventari e del loro confronto con lo stato attuale. In passato, poiché il complesso era stato abbandonato dopo le soppressioni napoleoniche, molte opere scomparvero poi, quando di recente si è riacceso l’interesse intorno al monastero, alcuni dipinti sono stati restituiti in forma anonima nel 2013, uno è stato donato da privati alla Diocesi di Bergamo per la ricollocazione al monastero. Altre opere erano conservate presso il Comune di Bergamo, che le ha concesse in comodato. La nostra speranza è che questa mostra stimoli la donazione di altre opere scomparse, per poterle ricollocare là dove si trovavano in passato e ricomporre quanto più possibile l’integrità storica dell’edificio». La mostra è corredata da una guida a stampa, bilingue come l’intera didattica del museo. È stata poi approntata (da Fondazione Mia con l’Orto Botanico di Bergamo e il Parco dei Colli) la app bilingue «Astino arte natura agricoltura», a cura di Smilevisit con il contributo di Regione Lombardia, che accompagna la visita dell’intero comprensorio del monastero e della sua valle, includendo i colli a ovest di Bergamo, in sette itinerari a tema dedicati all’arte, all’agricoltura sostenibile, allo sport nella natura e altro.
 

Antonio Cifrondi, Visitazione, inizio sec. XVIII, particolare

Percorso monumentale di Astino: chiesa del Santo Sepolcro

Ada Masoero, 22 luglio 2016 | © Riproduzione riservata

Altri articoli dell'autore

Nell’indagine di Makno sul polo braidense hanno concorso metodologie diverse, dall’analisi dei dati disponibili alla stima dell’impatto e del valore del brand, dalla valutazione della portata competitiva alla definizione degli indirizzi strategici

Dopo Building Gallery e Galleria Moshe Tabibnia, prosegue nella vicina casa-museo milanese il terzo capitolo del progetto «Transitum» firmato dall’artista marchigiano

Il 23 giugno 1965 i quattri membri della celebre band inglese arrivarono alla Stazione Centrale per esibirsi il giorno successivo al Velodromo Vigorelli. Di quel soggiorno restano oltre 500 immagini scattate dai sette migliori fotoreporter dell’agenzia Publifoto, oggi parte dell’Archivio Storico di Intesa Sanpaolo

Sono stati 221 (mai così tanti) i luoghi che in questa edizione hanno superato la soglia minima di 2.500 voti

Il Monastero restituito: la storia, il restauro e le opere ritrovate | Ada Masoero

Il Monastero restituito: la storia, il restauro e le opere ritrovate | Ada Masoero