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Il miniKapoor

Il miniKapoor

Federico Florian

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Anish Kapoor (1954) è noto per le sue sculture al limite delle possibilità ingegneristiche. Basti pensare all’«ArcelorMittal Orbit», l’intricata torre di osservazione di 115 metri realizzata dall’artista angloindiano per le Olimpiadi di Londra del 2012. Oppure al «Cloud Gate» nel Millennium Park di Chicago (2006), un «fagiolo» di 100 tonnellate in acciaio inossidabile, capace di riflettere e distorcere lo spettacolare skyline della città americana.

 



Le superfici concave o convesse dei lavori di Kapoor, spesso monumentali, sembrano espandersi e contrarsi davanti agli occhi dello spettatore: esse sfidano le leggi della visione e le dinamiche percettive, risucchiando il pubblico nella loro orbita gravitazionale.

Nella sede milanese di Lisson, sino al 22 luglio, Kapoor presenta una serie di 13 sculture, questa volta in scala ridotta (30 cm), in acciaio lucidato. Poggiate su piedistalli, le forme dei lavori (a L, a W, a otto e a luna crescente) sono il risultato di una spericolata torsione sul proprio asse, fino a un massimo di 90 gradi. Completa il gruppo una scultura più alta, di un metro circa, collocata nel giardino della galleria, in dialogo con i lavori all’interno.

L’autore ha soprannominato «non oggetti» questa tipologia di opere: riflessi fluidi percorrono le loro superfici sfuggenti, a loro volta interrotte dall’immagine riflessa di chi le osserva. Più che sculture, od oggetti materici, ricordano visioni ed effimere apparizioni.

 

Federico Florian, 15 giugno 2016 | © Riproduzione riservata

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Il miniKapoor | Federico Florian

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