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Guglielmo Gigliotti
Leggi i suoi articoliVenezia. Ferruccio Gard è in mostra a Ca’ Pesaro, Galleria internazionale d’arte moderna di Venezia, fino al 6 dicembre con una dozzina di dipinti recenti, sottoposti a un titolo che è anche il suo programma artistico: «Chromatism and Optical art».
Dal ’69 Gard è infatti attivo nell’ambito della più rigorosa ricerca pittorica, quello passata alla storia come arte programmata, o cinetica, o optical, perché fondata sullo studio dei processi fondamentali della percezione visiva e delle relative corrispondenze psicoemotive. In catalogo, la curatrice della mostra, Gabriella Belli, scrive che «la proposta di una sequenza compatta e organica di vera pittura sembra un giardino fiorito, nel quale si ricompongono le gerarchie degli strumenti essenziali del dipingere». Questi strumenti sono per il settantacinquenne Ferruccio Gard, piemontese di nascita, ma dal ’73 veneziano, le forme e i colori disposti in costruzioni astratte di luce e apparente movimento.
Il fulcro delle composizioni è costituito spesso da una sequenza di rettangoli sovrapposti aincastro, il cui sviluppo nella spazio del quadro genera linee, strutture geometriche e contrasti cromatici. È l’eredità della linea storica che da Piet Mondrian passa per Joseph Albers e, attraverso Max Bill, giunge alle ricerche astratte degli anni Sessanta condotte nel segno del rapporto tra arte e scienza, armonia e percezione. Fedele a questa linea, Gard ha esposto in sei edizioni della Biennale di Venezia, alla Quadriennale di Roma, in importanti mostre storiche sull’Optical art internazionale e in 150 mostre personali tenute in gallerie e musei del mondo.

Ferruccio Gard, «Chromatic energies», 2013
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