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Vittorio Bertello
Leggi i suoi articoliUn articolo di Robin Pogrebin pubblicato l’11 giugno sul sito online del «New York Times» ha dato notizia dell’acquisto in trattativa privata di un’importante opera di Roy Lichtenstein da parte del collezionista statunitense Steven Cohen (tramite Acquavella Gallery) presso la mecenate (e presidente emerito del MoMA) Agnes Gund al prezzo di 165 milioni di dollari. L’acquisto sarebbe stato perfezionato all’inizio di quest’anno. Intitolato «Masterpiece» e realizzato nel 1962, misura 137x137 cm e ornava il camino dell’appartamento della Gund, nell’Upper East Side di Manhattan.
Il prezzo pagato è tra le cifre maggiori per vendite di opere d’arte in trattativa privata. Ricordiamo i 300 milioni di dollari con cui pare sia stato venduto nel 2015 «Nafea paa ipoipo» (del 1892), di Paul Gauguin, dal collezionista Rudolf Staechelin al Qatar (cfr. n. 351, mar. ’15, p. 41), o i presunti 250 milioni di dollari pagati nel 2011 per «I giocatori di carte» (1890) di Paul Cézanne (cfr. n. 307, mar. ’12, p. 69); o infine i 185 milioni di dollari che il magnate russo Dimitri Rybolovlev avrebbe versato nel 2014 per comprare «No. 6 (Violet, green and red)» di Mark Rothko del 1951.
È stata la stessa Gund a confermare all’autrice dell’articolo la transazione e a rivelare la destinazione di parte della somma ottenuta (100 milioni di dollari): creare un fondo («Art of Justice Fund», che sarà amministrato dalla Ford Foundation) per sostenere una riforma della giustizia penale in senso egualitario, eliminando le disparità di trattamento tra popolazione bianca e di colore.
Dei 12 nipoti di Agnes Gund, 6 sono afroamericani, e la mecenate si è dichiarata preoccupata del futuro dei suoi ragazzi, alla luce di diversi episodi di razzismo verificatisi negli ultimi anni negli Stati Uniti. Agnes Gund ha sollecitato la sottoscrizione di questo fondo presso alcuni amici e conoscenti del jet-set newyorkese. Hanno già risposto al suo appello Laurie M. Tisch, che fa parte del board del Whitney Museum; Kenneth I. Chenault, chief executive di American Express (e sua moglie Kathryn); la mecenate Jo Carole Lauder; il finanziere Daniel S. Loeb e la trustee del Whitney Brooke Neidich.
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