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Luana De Micco
Leggi i suoi articoliProvengono dalla collezione dell’imprenditore e paleontologo veneziano Giancarlo Ligabue, scomparso nel gennaio 2015 a 83 anni, le 27 opere d’arte africana e oceanica che la maison Binoche et Giquello vende all’asta il 18 ottobre all’Hôtel Drouot.
Ligabue, noto per le sue numerose spedizioni scientifiche in tutto il mondo, fu anche presidente del Museo di Storia Naturale di Venezia e fondatore del Centro Studi Ricerche che porta il suo nome. A partire dagli anni ’60 riunì un’importante collezione d’arte antica, ricca di 5mila oggetti (200 dei quali, di arte precolombiana, sono esposti ancora per tutto il mese di ottobre al Museo Archeologico di Napoli).
Nella collezione paterna il figlio di Giancarlo, Inti Ligabue, ha selezionato tra l’altro per quest’asta due oggetti tipici del mobilio funerario egizio. Uno è un modellino di barca a fondo piatto fabbricato in terracotta e colorato con pigmenti ocra, che gli esperti fanno risalire al periodo Nagada II (verso il 3500-3200 a.C.). Prima di essere acquistato da Ligabue, il reperto figurava per un certo tempo nelle collezioni di Marianne Maspero e del mercante Charles Ede.
Le sue stime si aggirano tra 20 e 30mila euro. Stesse quotazioni per l’altro oggetto, una statuetta di legno policromo e fibre vegetali che rappresenta un uomo che guida un carro trainato da due buoi. Si ritiene che l’opera sia stata fabbricata probabilmente a Asyut ed è databile al Medio Regno (tra il 2055 e il 1790 a.C.); nel 1910 figurava nella prestigiosa collezione d’arte egizia di Pasha Sayyid Khashaba.
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