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Luca Scarlini
Leggi i suoi articoliFirenze nelle vicende artistiche del secolo da poco concluso, resta avvinta da una serie di guerre estetiche di posizione, secondo la celebrata, e talvolta ingombrante, vocazione polemica della città. Eppure, finite le avanguardie storiche, e con non poche connessioni con quella stagione, dagli anni Sessanta, e specialmente dopo il turning point simbolico dell’alluvione, di cui si celebra con mostre e esposizioni il cinquantenario, è stata tessuta una trama, fitta e complessa, di azioni, luoghi e iniziative.
Il lavoro pregevole, curato da Alessandra Acocella e Caterina Toschi, storiche dell’arte e animatrici dell’esperienza di Senzacornice, piattaforma del contemporaneo, dà spazio a numerose voci di studiosi, che tracciano altrettanti capitoli di una relazione complicata, ma spesso sorprendente, tra il luogo, deposito per eccellenza della memoria rinascimentale, e i fili del presente. Una cospicua documentazione fotografica rappresenta i punti centrali del discorso: l’innovativa esperienza di Art Tapes, di Maria Gloria Bicocchi, dove ebbe un ruolo importante Bill Viola, la Galleria Schema, aperta al concettuale e alla performance, Zona esperienza gestita direttamente dagli artisti.
Un contributo rilevante, quindi, alla ricerca sulla geografia dell’arte italiana del dopoguerra.
Arte a Firenze 1970-2015. Una città in prospettiva, di autori vari, a cura di Alessandra Acocella e Caterina Toschi, 446 pp., Quodlibet, Macerata 2016, € 26,00

La copertina del volume
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