Veronica Rodenigo
Leggi i suoi articoliUn’insaziabile sete di ricerca e sperimentazione quotidiana anima l’opera di Felice Giani (San Sebastiano Curone, 1758-Roma, 1823) artista dell’élite giacobina formatosi tra Pavia, Bologna e Roma, originale interprete del Neoclassicismo e anticipatore delle tensioni preromantiche. Riscoperto da Roberto Longhi (che ne apprezzava anche gli esercizi di stile), Anna Ottani Cavina e Vittorio Sgarbi, ebbe modo di lavorare a Palazzo del Quirinale, Palazzo Altieri, Villa Borghese a Roma, Palazzo Reale a Venezia, Palazzo d’Inverno a San Pietroburgo, senza dimenticare la permanenza faentina.
In occasione dei 200 anni dalla morte dell’artista l’iniziativa «Felice Giani 200» ne celebra e valorizza la figura con una serie di proposte espositive organizzate dall’Archivio Pittor Giani con un comitato di studi composto da Vincenzo Basiglio, Aurora Scotti, Vittorio Sgarbi e Marcella Vitali. Fino al 17 dicembre a Tortona due mostre (a cura di Vincenzo Basiglio e Marcella Vitali) cronologicamente ripercorrono la carriera di Giani dagli anni ’80 del Settecento evidenziandone l’eclettismo e l’originalità nonché la grande capacità trasposta nelle opere da cavalletto e nelle decorazioni a tempera con le quali abbellì alcuni dei palazzi più rilevanti della sua epoca.
Al Museo Diocesano «Felice Giani pittore giacobino e l’esperienza del sacro» espone, tra le altre opere, il «Sogno di Papa Sisto III» in arrivo dal Museo Arcivescovile di Ravenna, la «Fede in gloria» in prestito dalla Pinacoteca comunale di Faenza, la «Sibilla Persica» dai Musei Civici di Pavia. «In un progetto di restituzione dellapersonalità artistica di una figura così versatile e complessa, spiega Marcella Vitali, la proposta di un itinerario che fa perno esclusivamente sull’esperienza del sacro può essere assunta come una sorta di analisi a campione con i requisiti opportuni a stabilire la sintesi di un temperamento estroso, irregolare e geniale».
A Palazzo Guidobono «Felice Giani. Il nuovo classicismo eterogeneo e preromantico» accoglie, tra le altre, «Sansone tradito da Dalila» dal Complesso Monumentale della Pilotta di Parma, l’«Aurora» in arrivo da Palatium Vetus di Alessandria, «Ancor io fui in Arcadia» dalla Pinacoteca di Parma. Le due mostre (accompagante dal catalogo «Felice Giani. Artista anticonvenzionale tra fascino dell’antico e tensioni preromantiche», edito da SAGEP con prefazione di Vittorio Sgarbi) sono realizzate grazie al contributo delle Fondazioni Cassa di Risparmio di Torino, di Tortona e di Alessandria, della Banca d’Alba e al sostegno dei Comuni di San Sebastiano Curone e Tortona. Hanno inoltre il fine di promuovere il progetto Uva, Una Valle di Artisti, che vede la nascita di un importante polo museale diffuso tra Archivi e Musei della val Curone e del Tortonese.
Altri articoli dell'autore
Al Museo del Paesaggio di Torre di Mosto un allestimento articolato in tre isole tematiche, con l’uso del linguaggio figurativo, di quello astratto, della fotografia di paesaggio e di quella di still life
L’occasione della mostra a Palazzo Ragazzoni è data dalla celebrazione dei 60, 40, 30 e 10 anni dalla scomparsa dei rispettivi artisti
Il festival internazionale dedicato all’arte del vetro, diffuso tra Venezia Murano e Mestre, prevede mostre, proiezioni, dimostrazioni, visite guidate, workshop e talk
Presentato a luglio in anteprima al Giffoni Film Festival, l’ultimo lavoro dell’artista ravennate ha fatto tappa all’81ma Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia e concluderà il suo tour ad Artissima 2024