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Edek Osser
Leggi i suoi articoliCon i provvedimenti approvati dal Consiglio dei Ministri del 25 giugno scorso, si amplia e forse si completa la riorganizzazione del Ministero della Cultura, cioè la «riforma» voluta e lanciata dal ministro Franceschini nel 2014. Il primo intervento guarda al prossimo futuro: viene infatti creata una Soprintendenza Speciale che si occuperà dell’attuazione del Piano nazionale di Ripresa e Resilienza, avrà competenza sulle autorizzazioni per le grandi opere previste dal Recovery Plan e sarà inquadrata e farà capo, ad interim, al direttore generale Archeologia, Belle arti e Paesaggio (oggi Federica Galloni): dovrà infatti controllare che gli interventi previsti dal Pnrr garantiscano la tutela del paesaggio e del patrimonio culturale secondo il dettato della Costituzione e che i lavori vengano svolti con rapidità.
Diventano poi 43 i musei autonomi, e questa decisione accentua il significato e l’importanza che a essi assegna fin dalla sua approvazione la riforma del MiC. Ai 39 musei già dotati di autonomia si aggiungono il Parco Archeologico di Cerveteri e Tarquinia (Fr), sito Unesco dal 2004, quello di Sepino, in Provincia di Campobasso, con il museo e gli scavi di epoca romana, la Pinacoteca Nazionale di Siena, importante per i suoi dipinti fra ’300 e ’400, e infine una vera novità, tutta da inventare: il Museo dell’Arte Digitale, per il quale si prevede un ruolo strategico e nel quale verranno rappresentate, sperimentate e prodotte le nuove realtà digitali che hanno preso forza e guadagnato popolarità negli anni più recenti.
I quattro nuovi direttori verranno scelti con un bando internazionale, come per gli altri musei autonomi. È stato anche deciso che al MiC verrà creato un Osservatorio per la parità di genere, composto da 15 membri con compiti di consulenza per l’elaborazione e l’attuazione di specifiche politiche nell’ambito delle attività del Ministero.

Il parco Archeologico di Sepino (Cb)
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