Luca Scarlini
Leggi i suoi articoliIl ritratto del nano Morgante, capolavoro di Bronzino, attrae l’interesse dei visitatori agli Uffizi nella sala dedicata al pittore fiorentino, inchiodandoli di fronte a un'opera che con i mezzi della pittura sfida la scultura, secondo un duello che nel tardo Cinquecento fiorentino ebbe importanti momenti di riflessione teorica e di pratica estetica.
Sefy Hendler dipana autorevolmente i molti simboli, spesso oscuri, che albergano la tela, in cui il «mostro grazioso e bello», come recita l’epitaffio ordito dal Lasca, reca in braccio uno strige, ossia una civetta, con cui si praticava la caccia.
Nel colloquio tra questa icona manierista, e i due fastosi ritratti dei coniugi Panciatichi, vicini alla famiglia Medici, si presenta lo spaccato di un momento dinamico di comunicazione nelle arti, in cui i pittori scrivono poesia (come Bronzino) e gli artisti si cimentano con le icone. Le avventure del lillipuziano Braccio di Bartolo, nato vicino a Bologna, e trasformato in Morgante in omaggio, burlesco, al poema di Luigi Pulci, lo portarono a posare per le sculture di Valerio Cioli e di Giambologna, quest’ultimo in azione insieme a Cencio Della Nera.
Il volume di Hendler ricostruisce bene un capitolo di storia culturale italiana, disegnando collegamenti e ricostruendo i moventi della creazione di immagini celebri.
Un mostro grazioso e bello. Bronzino e l’universo burlesco del Nano Morgante, di Sefy Hendler, prefazione di Antonio Natali, 100 pp., Maschietto, Firenze 2017, € 26,00
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