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Luca Scarlini
Leggi i suoi articoliChe cosa succede se a confrontarsi con gli spazi della Fondazione VOLUME! in via San Francesco di Sales non è un pittore o uno scultore ma un designer e un teorico, come Andrea Branzi? È quello che si può scoprire sino a metà marzo grazie a un intervento, a cura di Emilia Giorgi, nel quale il fondatore di Archizoom porta avanti il suo discorso sulla morte nel (e del) design all’interno di un ambiente pensato come un antro cavernicolo, ricco però di elementi spiazzanti.
Come ha spiegato lo stesso Branzi, «questa installazione rappresenta morti che diventano oggetti e oggetti che diventano cose morte, dentro a un ciclo vitale che invade la penombra serena dell’amnesia. Attorno a noi esiste un universo animista, misterico, dove la vita e la morte si contaminano felicemente».
In sintesi: se le persone vivono e sono altro da sé nella memoria altrui, anche gli oggetti esistono al di fuori del loro uso. Negli spazi di VOLUME! scenografia, design, architettura, ambienti installativi si fondono in un unicum.
Per Branzi, vincitore del Compasso d’Oro nel 1987 e collaboratore di aziende come Alessi, Cassina, Vitra e Zanotta, questa mostra rappresenta l’opportunità di collocare oggetti e idee in uno spazio percorribile, un ambiente in una scala domestica che però, non essendo una casa, può diventare spontaneamente uno spazio di pensiero.
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