Carla Cerutti
Leggi i suoi articoliTra know-how e inventiva, l’asta propone più di 140 lotti offrendo un panorama del design italiano dagli anni '30 agli anni '90.
Tra i pezzi più significativi, dei quali molti disegnati da Gio Ponti, figura una scrivania del 1930 (stima 50– 80mila euro) interamente rivestita in radica di noce e realizzata per il nipote di Ponti, Vanni Borletti, le cui iniziali sono intarsiate nel legno.
Testimonianza della genialità pontiana coniugata alla qualità produttiva di FontanaArte, un’elegante commode del 1934 (stima 50–70mila euro), impiallacciata in noce con cassetti rivestiti in vetro specchiato, costituisce un altro punto di forza della vendita.
Un altro maestro del design italiano, Carlo De Carli, è presente con una coppia di poltrone in noce e tessuto blu realizzate nel 1950 per la prima edizione di Cassina (stima 15-20mila euro).
Il lavoro di Gino Sarfatti è efficacemente rappresentato da una selezione di apparecchi illuminanti prodotti da Arteluce, tra cui un importante lampadario modello 2109/16 del 1962 circa, composto da 16 sfere in vetro sabbiato (stima 30–50mila euro) ed una rara lampada da terra modello 1050/1 del 1951 (stima 30–50mila euro), simile alla celebre e imitatissima «Triennale» disegnata da Angelo Lelii nel 1947, anch’essa presente in catalogo erroneamente come modello «Settebello» e con stima 8-12mila euro.
Tra le audaci creazioni di Lelii per Arredoluce spicca anche la lampada da tavolo “Cobra” del 1962 (stima 4-6mila euro), su base circolare in metallo laccato bianco con stelo in metallo dorato e diffusore orientabile parzialmente traforato, un look decisamente «spaziale».
Ettore Sottsass, emblematico del nuovo design che si profila già sul finire degli anni Sessanta, è presente con arredi e ceramiche, tra cui il grande totem «Flavia» del 1996 per Bitossi, stimato tra 14-18mila euro, e lo specchio illuminato detto «Ultrafragola», modello realizzato nel 1970 da Poltronova, con cornice in Abs colorato di bianco e neon rosa (stima 3-5mila euro).
La creatività spiazzante degli anni Sessanta e Settanta è tradotta efficacemente anche nel divano «Bazaar» ideato nel 1968 dal gruppo di architetti radicali Superstudio, composto da 10 moduli in resina poliestere e fibra di vetro a doppia curvatura con rivestimento in tessuto acrilico e pelliccia rosa (stima 60-80mila), così come esemplificativo di quel periodo è il divano «Kontiki» di Adriano Piazzesi prodotto da 3D nel 1970 circa (stima 18-22mila), una sorta di zattera imbottita con elementi e cuscini cilindrici rivestiti in velluto ocra e fermati da cinghie.
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