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Francesco Tiradritti
Leggi i suoi articoliPochi giorni fa l’ex-ministro delle Antichità Zahi Hawass ha annunciato la scoperta di alcune tombe della V-VI dinastia (XXV-XXIII secolo a.C.) nell’area della necropoli di Saqqara che prende il nome di Gisr el-Mudir.
La sepoltura più importante è quella di Khnumdjedef, funzionario legato alla perpetuazione del culto dell’ultimo sovrano della V dinastia Unis (2356-2323). La decorazione è dipinta e rappresenta un raro esempio della pittura di questo periodo. La resa della figura umana tendente a un elegante assottigliamento e allungamento degli arti e l’accentuato contrasto coloristico anticipano soluzioni stilistiche del successivo Primo Periodo Intermedio (XXII-XXI secolo a.C.).
Un’altra delle tombe riportate alla luce apparteneva invece al segretario di Palazzo Meri. Nel suo sepolcro sono state ritrovate nove statue in calcare dipinto che rappresentano quattordici individui. Tra di esse vi sono quelle di alcune coppie (forse Meri insieme alla sposa) e due di servitrici intente nella produzione di pane e birra, gli alimenti base della dieta egizia.
Zahi Hawass, direttore della missione archeologica egiziana che lavora sul sito, ha però dichiarato che la scoperta più importante è da ritenersi quella di un pozzo funerario profondo quindici metri al fondo del quale era stato deposto il sarcofago in pietra che conteneva i resti mortali di un certo Hekashepes. Da alcune foto pubblicate su internet sembrerebbe che il cadavere non fosse stato mummificato e che indossasse una tunica.
I piedi apparirebbero inoltre infilati in calzature di pelle. Se quanto osservato risultasse confermato, si tratterebbe di una scoperta in grado di rimettere in discussione quanto noto sulla mummificazione e sulle credenze mondane dell’antico Egitto. Accanto al corpo di Hekashepes c’era un oggetto (forse una zappa) di cui si è conservata la lamina d’oro che lo ricopriva. Ai lati della testa sono invece visibili i due frammenti di un poggiatesta in pietra di delicata fattura.
Un altro pozzo, profondo una decina di metri, ha condotto infine al ritrovamento di statue lignee e in pietra associate al sarcofago di un personaggio di nome Fetek.

Zahi Hawass con le statue in calcare dipinto ritrovate nella necropoli di Saqqara

Esempio di una delle pitture parietali in una delle sepolture scoperte a Saqqara
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