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Luana De Micco
Leggi i suoi articoliL’asta di reperti archeologici che la casa d’aste Pandolfini ha tenuto il 23 giugno ha incassato 720mila euro, con il 71% dei lotti venduti.
Il catalogo descriveva un arco cronologico che partiva dal terzo millennio avanti Cristo, con una serie di lotti mesopotamici tra cui una figura di ariete accosciato in alabastro e lapislazzuli, stimato 12-20mila euro e aggiudicato a 12.500, e arrivava al periodo sasanide con una brocca in argento parzialmente dorato, datata al VI-VII secolo d.C., che è passata di mano a 32.500 euro contro stime di 25-35mila.
Il prezzo più alto dell’asta, 68.750 euro, è stato pagato per una cista achemenide in argento datata tra il X e l’VIII secolo a.C., che in catalogo aveva stime comprese tra i 60 e i 70mila euro. Tra i lotti etruschi un’urna cineraria in argilla modellata e dipinta di Chiusi con coperchio, datata al II secolo a.C., dai 3-4mila euro di stima è salita fino a 18.750.
Una scultura romano-imperiale in marmo raffigurante il Nilo come un uomo barbuto sdraiato, datata al II-III secolo a.C., che era riprodotta in copertina del catalogo, dai 12-15mila euro della valutazione è arrivata a un prezzo finale di 25mila.
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