Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine

Giorgio Guglielmino
Leggi i suoi articoliIl grande obelisco moderno, dalle superfici lisce e vagamente inquietanti, posto a metà della grande arteria centrale di Buenos Aires, la 9 de Julio, è considerato il simbolo della capitale argentina e più in generale della libertà e della democrazia del paese.
L’interno dell’obelisco, vuoto, non è aperto al pubblico e alla scala che porta fino alla sua cima nessuno può accedere, salvo gli addetti ai lavori. E salvo l’artista argentino Leandro Erlich.
Erlich ha filmato la veduta dalle quattro inarrivabili finestre sulla parte finale dell’obelisco e ha ricostruito tale parte apicale portandola a livello del terreno. Poggiandola per strada le ha dato l’aspetto di una sorta di casetta. All’interno di questa piccola capanna di cemento, che ha una porticina su uno spigolo, si trovano le quattro finestre all’interno delle quali vengono proiettati i video a suo tempo girati dall’artista che inquadrano le arterie cittadine viste dall’alto, da quella prospettiva a cui il pubblico non ha mai accesso.
Ecco quindi il simbolo della democrazia che scende a terra e si apre al pubblico. E non a caso l’opera di Leadro Erlich, con una suggestiva inversione dei termini, si intitola «La democrazia del simbolo». L’aspetto democratico di questa scultura/installazione è anche accentuato dal fatto che l’opera, originariamente posta per alcuni mesi davanti al museo Malba di Buenos Aires, sta ora facendo una sorta di tour dell’Argentina, partendo dalla città di La Plata. Ora tutti possono quindi godere per qualche minuto di questa particolare camera con vista.
Altri articoli dell'autore
David Zwirner porta a Londra una nuova serie di immagini dell’artista tedesco non più rielaborate da fotografie tratte da internet
Da Lelong una inusuale esposizione di opere dell’artista tedesco che unisce grandi e piccoli formati dall’identica struttura pittorica
Alice nel Paese delle meraviglie • Incursioni nelle gallerie di Giorgio Guglielmino diplomatico e collezionista di arte contemporanea
Il gallerista austriaco attraversa le Alpi e sceglie il capoluogo lombardo per la sua settima sede