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Gregorio Botta, «Senza titolo», 2013

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Gregorio Botta, «Senza titolo», 2013

Botta e Novello alla Gnam

I due artisti trovano il baricentro nella poesia di Emily Dickinson e nella levità di materiali evanescenti

Guglielmo Gigliotti

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Roma. Dal 3 febbraio al 13 aprile, le mostre di Gregorio Botta ed Elisabetta Novello alla Galleria Nazionale d’arte moderna e contemporanea trovano il baricentro nella poesia di Emily Dickinson e nella levità di materiali evanescenti.

«Each second is the last» è il verso della poetessa americana che fa da titolo ispiratore alla mostra della Novello, che allestisce opere, ambienti, scritte e percorsi, manipolando cenere, polvere, carbone, oppure disponendo foglie, piume, piccole carte: tracce e testimonianze che alludono allo scorrimento ininterrotto del tempo e alla circolarità della vita.

«Just measuring uncosciousness» è invece il titolo del percorso di «misurazione dell’inconscio» e del mistero connesso articolato da Gregorio Botta. Vetro, acqua in flebili rivoli, rifrazioni luminose a parete, in sculture mobili e diafane installazioni, compongono stazioni di una progressiva rarefazione delle presenze, anche quando queste hanno la natura della cera o dell’alabastro o della carta, nell’allestimento murale «Abbi cura di te».

Fino al 22 marzo è visitabile anche la mostra «Evergreen. Storia di Attilio», con 80 tra disegni, studi, libri e modellini del principale illustratore italiano per bambini, Attilio Cassinelli, oggi 96enne.

Guglielmo Gigliotti, 02 febbraio 2020 | © Riproduzione riservata

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Botta e Novello alla Gnam | Guglielmo Gigliotti

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