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Stefano Miliani
Leggi i suoi articoliPiù voci e la stampa locale della città abruzzese chiedono da tempo che aprano al pubblico il teatro, oltre all’anfiteatro, al tempietto, alle terme romani che con il teatro «costituiscono il tessuto urbano dell’antica Teate», come ricorda un funzionario della Soprintendenza archeologica. Causa la carenza di personale di vigilanza, da tempo e al momento in cui scriviamo, solo il teatro apre e soltanto su richiesta.
È stata creata una app gratuita «La Teate degli Asinii» con il Ministero per un tour virtuale, ma non sopperisce certo alle chiusure. È allo studio un progetto della Camera di commercio con Soprintendenza e Polo museale affinché Lions Club, che già si impegna nella manutenzione, Fai, Archeoclub, Italia Nostra e altre associazioni possano aprire questi edifici del I secolo d.C.
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Lo riferisce un articolo di prossima pubblicazione sulla rivista accademica «Archeometry» dell’Università di Oxford, frutto di un lavoro di squadra: dopo aver esaminato alcuni campioni e confrontato i risultati con le banche dati, si è arrivati a supporre che l’evento ha avuto luogo tra i 4.200 e i 2.200 anni fa
«We Were Here», il documentario di Fred Kudjo Kuwornu presentato alla Biennale di Venezia del 2024, è in corsa per le nomination alle statuette di Los Angeles. «Nel ’500 e ’600 troviamo soggetti neri anche in dipinti di artisti famosi. Ho cercato di intercettare quel momento dell’Europa in cui la razza non era una categoria su cui costruire differenze o un’ideologia razzista», racconta il regista
Sei anni fa il critico d’arte insultò l’allora presidente di Italia Nostra, contraria al prestito al Louvre del foglio di Leonardo. Dopo sei anni la vicenda si chiude con scuse via social e «una stretta di mano a distanza»
Da un incontro di studi moderato da Andrea De Marchi è emerso che la riproduzione 1:1 dell’«Adorazione dei Magi» degli Uffizi, ora restaurata ed esposta nella Pinacoteca Molajoli, era stata commissionata nel 1927 a Umberto Giunti, allievo di un celebre falsario, non per essere venduta come originale, bensì per abbellire un palazzo


