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Stefano Luppi
Leggi i suoi articoliL’opera di Aldo Mondino (Torino, 1938-2005), artista poliedrico capace di «mixare» Surrealismo, Dada, Pop e Concettuale, e di «citare» maestri quali Casorati, Degas, Picasso, Giacometti, è documentata presso la galleria Enrico Astuni con la monografica «Grand Tour Contemporaneo», aperta sino al 26 febbraio.
Le opere esposte spaziano dagli anni Sessanta al 2001. L’esposizione parte con una serie di ritratti di mercanti; è presente anche la scultura «Dino Jarre», realizzata nel 1997 in ceramica e ferro e composta da una sequenza di giare che costituiscono una sorta di scheletro di dinosauro. Un’altra scultura esposta è «Torso Torsolo» del 1996, posta al fianco di una serie di disegni a gessetto su carta nei quali sono chiari i riferimenti a Rodin, George Bernard Shaw, Balzac.
La danza, uno dei temi forti dell’artista, è invece protagonista di «Gnawa», scultura circondata da piccoli copricapi realizzati in cristallo e conchiglie. «Gravere», del 1968, è una delle opere principali di Mondino: un lavoro che parte da lontano, da «Ittiodromo», composta da trecento aringhe, nel 2000 trasposta in bronzo. Completano il percorso anche dipinti, disegni e sculture e ceramiche turche dipinte dall’artista. Nella foto, «Dos Passos», 1999.
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