Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine
Elena Franzoia
Leggi i suoi articoliIl Rijksmuseum dedica alla cultura giovanile tra gli anni Ottanta e il 2000, vista dai fotografi olandesi Gerard Wessel (1960) e André Bogaerts (1955-2022), la mostra «Express Yourself» (aperta fino al 9 giugno).
«Negli ultimi anni il nostro museo ha ricevuto numerose donazioni, afferma il curatore Hans Rooseboom, che è giusto mostrare al pubblico. Infatti, mentre quadri e oggetti sono esposti in maniera permanente nell’edificio principale, le fotografie, per motivi di conservazione, devono essere esposte a rotazione. Questo è il motivo basilare da cui nasce la mostra, dedicata a due grandi fotografi che ha molto senso esporre insieme, dato che nelle loro immagini affrontano entrambi la cultura giovanile nei Paesi Bassi.
Di entrambi abbiamo inoltre recentemente acquisito, anche grazie ad alcune donazioni, numerose immagini, che vogliamo condividere con i nostri visitatori. Dato che il nostro spazio espositivo dedicato alla fotografia è composto da due sale, ci è sembrato naturale, e di più immediata comprensione per il pubblico, dedicare una sala a ognuno dei due, anche allo scopo di sottolineare la differente atmosfera e il diverso carattere che le loro immagini restituiscono. In sintesi: una mostra, due sale, due serie fotografiche. Ne consegue che è molto difficile scegliere isolandoli dei “capolavori assoluti”, dato che la forza visiva di queste foto scaturisce anche dal rapporto con le altre».
Le circa quaranta immagini esposte, che vedono tra i donatori Rob e Flora Bogaerts, denunciano infatti approcci e sensibilità profondamente diversi. «Mentre le immagini di Wessel sono riprese letteralmente “on the dance floor”, con istantanee molto rapide ed espressive delle feste giovanili, la serie di Bogaerts è molto più intima, essendo costituita da intensi e toccanti ritratti frontali. Oltretutto Bogaerts è stato prima allievo e poi professore in una scuola superiore d’arte, l’IVKO di Amsterdam, e questo spiega l’atmosfera rilassata e personale che emerge dai suoi ritratti in posa. Definirei quindi il suo approccio più commovente, mentre quello di Wessel è più espressivo».
Complessivamente, il grande tema è il netto differenziarsi del mondo giovanile da quello degli adulti che, a partire dagli anni Cinquanta, diventa un fenomeno sociale fondamentale nel mondo occidentale, documentato per primo nei Paesi Bassi dal fotografo Ed van der Elsken. Nella diffusione delle immagini di questa nuova cultura giovanile, soprattutto notturna, un contributo fondamentale è stato offerto dalle riviste; «Vrij Nederland» pubblicò infatti nel 1982, 17 ritratti di Bogaerts nell’ambito di uno speciale sul mondo degli adolescenti con interviste redatte da Odette de Bont, mentre Wessel ha lavorato per molti anni con il settimanale «Nieuwe Revu», proponendosi come street photographer in senso lato. Il suo lavoro ritrae il quartiere a luci rosse e i nomadi urbani, i vagabondi, le piazze di Amsterdam, il Vondelpark e il Waterlooplein, la cultura giovanile in generale, ma soprattutto gli eccessi e le stravaganze della vita notturna.
«Babsi (14)» (1980-1982), di André Bogaerts
Altri articoli dell'autore
Si è spento lo scorso 20 novembre l’architetto che, sin dal 1975, aiutò a svelare i molti segreti che lo stesso autore della struttura che svetta sopra la fiorentina Santa Maria del Fiore non spiegò mai
L’esposizione delle due tavole del Musée Jacquemart André di Parigi nel Palazzo Blu di Pisa consente un ideale ritorno dell’artista in città, dopo i lavori che lo impegnarono nella Cattedrale
Il 20 ottobre del 2000 veniva firmato a Firenze l’accordo che riconosceva il paesaggio, anche quello rurale, come «bene comune» con lo scopo di «promuovere la salvaguardia, la gestione e la pianificazione dei paesaggi e organizzare la cooperazione europea»
La navata centrale della grandiosa struttura antica romana sarà restaurata prima di dotarsi di un palco, di nuove pavimentazioni e di totem informativi



