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Visitare la Bnf

Prima tappa del restauro della Bibliothèque nationale de France che si concluderà nel 2020

Luana De Micco

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Quando nel 1998 dieci milioni di volumi vengono trasferiti nelle quattro torri della Bibliothèque François Mitterrand sul lungo Senna (quai de Tolbiac), già si pone la questione di come riorganizzare gli spazi della sede storica, nel centro della capitale, della Bibliothèque nationale de France (Bnf), erede della Biblioteca reale, in cui rimanevano 22 milioni di libri.

Nel 2010 un gigantesco cantiere di ristrutturazione prende il via in quello che i parigini chiamano il Quadrilatero, un complesso di edifici costruiti tra il XVII e il XX secolo, più volte rimaneggiati e in particolare nel XIX secolo, che si estendono su 58mila metri quadrati tra rue Richelieu e rue Vivienne.

I lavori, per un importo di 250 milioni di euro finanziati perlopiù con fondi pubblici, si concluderanno nel 2020 e prevedono che la Bnf rimanga in parte aperta. Una prima fase si è conclusa, a gennaio, nell’ala che dà su rue Richelieu e si apre sulla Cour d’Honneur. Abbiamo visitato i luoghi con l’architetto Bruno Gaudin che dirige il cantiere: «La nostra sfida principale, spiega, è riuscire a coniugare l’aspetto storico artistico, cioè il rispetto della ricchezza architettonica dell’edificio in tutta la sua complessità, e le esigenze di una biblioteca contemporanea. Due aspetti che, in una visione per noi obsoleta, sono spesso giudicati inconciliabili. Era necessario invece affermare una visione moderna che non oppone il mondo della ricerca e il pubblico.

La Biblioteca non è una fortezza, si apre sempre più ai visitatori». Gaudin e i suoi collaboratori hanno ripensato i flussi e la distribuzione degli spazi, ricavando anche nuovi spazi comuni e gallerie. La riapertura di una delle più belle sale di lettura al mondo, la Salle Labrouste, è uno degli aspetti più spettacolari del cantiere.  Nel 1854 Henri Labrouste era stato incaricato della ricostruzione della Bibliothèque impériale che comprendeva un insieme eterogeneo di edifici, alcuni dei quali in rovina. Tre anni più tardi era giunta a compimento la Bibliothèque Sainte-Geneviève, straordinario esempio di architettura razionale salutato da tutti come un capolavoro di modernità. In un secondo tempo a Labrouste furono commissionati un nuovo deposito e la sala di lettura che prese il suo nome.

Realizzata tra il 1861 e il 1868 con un’innovativa pianta quadrata con un emiciclo sul lato sud, la Salle Labrouste è monumento storico dal 1983 per cui il suo restauro è stato affidato a Jean-Francois Lagneau dei Monuments historiques. Si è trattato di rimettere in sicurezza lo spazio e procedere alla pulizia della leggera struttura metallica con le nove cupole dalle ampie vetrate sorrette da sedici colonne alte dieci metri. Ripuliti anche i dipinti del 1864 del paesaggista Alexandre Desgoffe. L’attiguo, splendido, Deposito centrale, un progetto rivoluzionario per l’epoca finalizzato alla conservazione di 1,2 milioni di libri, è stato restaurato e per la prima volta aperto al pubblico: quattro piani di grate metalliche e scaffalature in legno massiccio, sormontati da travi anch’esse metalliche dipinte con motivi colorati. Hanno inoltre ritrovato i colori originari la Galerie Rondel e la Salle des Manuscrits che conservano il mobilio d’epoca. La Rotonda è diventata sala espositiva: vi si può ammirare la mantella ricamata di perle e pietre indossata da Sarah Bernhardt in «Théodora». 

Nel 2020, quando la seconda fase dei lavori che investe l’ala su rue Vivienne sarà terminata, la Bnf diventerà un museo. Nella Galerie Mazarine e in altre sale del primo piano, saranno allestiti a rotazione un migliaio di pezzi della sua inestimabile collezione, come la Bibbia di Gutenberg, il manoscritto dei Miserabili di Hugo e l’edizione originale del Codice Civile di Bonaparte. Sono in via di trasferimento i volumi, 1,7 milioni per circa 17 km lineari, dell’altra sala di lettura storica della Bnf, la Salle Ovale, iniziata nel 1897 da Jean-Louis Pascal e terminata nel 1936 da Alfred Recoura. Il restauro delle sue arcate decorate di mosaici e dorature inizierà a marzo.

Luana De Micco, 10 febbraio 2017 | © Riproduzione riservata

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