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Carla Cerutti
Leggi i suoi articoliNon è cosa da poco selezionare 316 vetri di Murano del’900 di qualità e offrirli con successo in un’unica tornata, impresa riuscita da Cambi e dall’esperto di settore Marco Arosio ieri pomeriggio, 13 maggio, a Milano, per un totale di 581mila euro, con una percentuale di venduto dell’85% e un incremento medio del 240% sulle stime. Un’asta molto varia, con pezzi e prezzi accattivanti, che ha riscosso l’interesse sia di collezionisti italiani che di player internazionali, confermando il consolidamento di questo mercato in ascesa ma reso fragile da numerosi fattori, soprattutto quello della falsificazione contro cui l’unica arma è la qualità e la perfezione dei pezzi proposti. E’ quanto si ripromette da sempre Arosio, per il quale «è molto importante creare una base solida con i collezionisti, siano essi di maggiore o minore importanza, la loro fiducia è indispensabile per consolidare il mercato e la clientela. Infatti, il top lot della vendita, un raro vaso di grandi dimensioni della serie Turchese e Nero, disegnato da Tomaso Buzzi per Venini nel 1932 circa, stimato 20mila-25mila euro, è stato acquistato per 62.500 euro da un nuovo cliente».

Dino Martens, Vetreria Aureliano Toso, Murano 1950 ca. Courtesy Cambi Casa d’Aste
Tra le aggiudicazioni più significative segnaliamo un raro vaso della serie Eldorado disegnato da Dino Martens per la Vetreria Aureliano Toso intorno al 1950 ed esitato per 26.350 euro, contro una stima prudente di 4mila-5mila per via del restauro ad una delle anse. Numerosi i pezzi di Fulvio Bianconi offerti e aggiudicati con successo, tra cui un vaso antropomorfo in vetro pesante iridato, realizzato da Venini intorno al 1950, venduto per 17.600 euro a fronte di una stima iniziale di 7mila–8mila e un vaso della serie Ritagli in vetro verde iridato del 1992, sempre per Venini, vivacemente conteso fino a 15.100 euro partendo da una stima di 2mila-2.500. Molto bene anche i vetri disegnati da Ercole Barovier, come il grande e massiccio vaso ovoidale della serie Zaffiro, prodotto da Ferro Toso Barovier nel 1936 circa, esitato per 7.850 euro contro una stima di 3mila-5mila e due vasi a bottiglia realizzati da Barovier & Toso, uno della serie Saturneo del 1951 circa aggiudicato per 7.600 euro (stima 2.500-3mila), l’altro della serie Dorico del 1960 circa venduto per 7.975 euro (stima 2.500-3mila). Imprevedibile, come spesso succede nelle vendite all’asta, l’aggiudicazione a 5.350 euro di una serie di 15 sfere natalizie, in vetro soffiato con gocciolature rosse, realizzate da Barovier & Toso per un negozio nel 1970 circa (stima 800-mille). «Sono felice dell’attuale rivalutazione dell’opera di Ercole Barovier, dichiara Arosio, e sono certo verrà ulteriormente incentivata dalla prossima pubblicazione del catalogo generale della Barovier & Toso a cura di Marc Heiremans, che ha già dedicato numerosi studi al vetro muranese del’900». La gara ha premiato, inoltre, le creazioni di Laura Diaz De Santillana per EOS, quelle di Toni Zuccheri per Venini e per Barovier & Toso, le opere incisive di Lino Tagliapietra, gli eleganti soffiati d’inizio secolo e i numerosi Sommersi dai seducenti accostamenti cromatici di Seguso Vetri d’Arte.

Ercole Barovier, Barovier & Toso, Murano 1960 ca. Courtesy Cambi Casa d’Aste
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