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«Latona con il piccolo Apollo in braccio minacciata dal serpente Pitone» (Fine VI secolo a.C). © Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia

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«Latona con il piccolo Apollo in braccio minacciata dal serpente Pitone» (Fine VI secolo a.C). © Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia

Verrà restaurata la Latona del Tempio di Portonaccio

Tra le più famose opere del Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, la statua è un capolavoro della fine del VI secolo a.C

Federico Castelli Gattinara

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Era il 18 maggio 1916 quando le sculture di Eracle e Apollo tornarono alla luce dopo circa 2.500 anni con la loro policromia ancora perfetta, destando stupore e ammirazione nel mondo. Il gruppo fittile che decorava la sommità del tempio di Portonaccio a Veio dedicato a Menerva (corrispondente alla romana Minerva), tra le più famose opere del Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, circa 15 anni fa è stato restaurato da Tuccio Sante Guido, che ora si dedicherà alla statua di Latona facente parte dello stesso complesso, rinvenuta in decine di frammenti decenni più tardi.

Il restauro a cantiere aperto, reso possibile dal contributo dello Studio legale Carbonetti e coordinato da Miriam Lamonaca, partirà dalla pulitura delle superfici; quindi rimodellerà le parti mancanti integrate alla metà degli anni ’50 in forme non corrette, che offuscano i tratti gentili della dea: in particolare la parte dalle spalle al mento, con il collo troppo lungo e sottile rispetto alle proporzioni della statua, la mascella troppo pronunciata, i capelli solo accennati; e si concluderà con una reintegrazione cromatica, per favorirne la lettura.

L’intervento, abbastanza delicato, sarà preceduto da una lunga serie di indagini diagnostiche tra cui fotografie a luce radente, a infrarossi e ultravioletti per analizzare le superfici, radiografie per capire la natura della struttura metallica interna, una scansione in 3D che si estenderà anche alle sculture di Apollo, Eracle e Hermes.

La Latona con il piccolo Apollo in braccio minacciata dal serpente Pitone è un capolavoro assoluto dell’arte etrusca della fine del VI secolo a.C, opera di un maestro anonimo che subito dopo sarà chiamato da Tarquinio il Superbo per decorare il più grande tempio di Roma, quello della Triade Capitolina sul Campidoglio. «Finalmente, sottolinea il direttore del museo Valentino Nizzo, si avvia un cantiere che volevamo partisse fin dal primo giorno del mio insediamento qui a Villa Giulia».

«Latona con il piccolo Apollo in braccio minacciata dal serpente Pitone» (Fine VI secolo a.C). © Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia

Federico Castelli Gattinara, 02 agosto 2022 | © Riproduzione riservata

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