Maria Sancho-Arroyo
Leggi i suoi articoliNel febbraio scorso la metropoli messicana ha festeggiato un importante traguardo, il 20mo anniversario di Zona Maco, la fiera d’arte più rilevante dell’America Latina, tenutasi durante la Mexico City Art Week (7-11 febbraio). Più che un evento, rappresenta una piattaforma articolata in diverse fiere: Zona Maco Diseño, Zona Maco Salón del Anticuario e Zona Maco Foto, che esaltano il bello, il design, l’antiquariato e la fotografia, incarnando la visione della fondatrice Zélika García di promuovere i diversi settori dell’espressione artistica in Messico.
In due decadi, Zona Maco è diventata un epicentro culturale che attira artisti, collezionisti e appassionati da tutto il mondo, con l’edizione di quest’anno con oltre 200 gallerie da 25 Paesi. L’anniversario ha sottolineato il ruolo di Città del Messico come capitale dell’arte contemporanea, riflettendo anche la risposta dinamica della città alle sfide recenti. Superando le avversità economiche della pandemia, ha prosperato, sviluppando una nuova base di collezionisti d’arte e beneficiando di una moneta nazionale in ripresa. Tutta questa vitalità era tangibile in fiera, dove l’energia e le vendite sono state il riflesso del dinamismo del mercato artistico locale, trascendendo i confini messicani e confermando la sua importanza globale.
La fiera si è guadagnata ulteriore prestigio perché artisti delle gallerie partecipanti sono stati selezionati per la Biennale di Venezia 2024 «Stranieri ovunque», curata per la prima volta da un latino-americano, Adriano Pedrosa, con un occhio di riguardo per gli artisti indigeni e del Sud globale nel panorama artistico mondiale. L’impatto dell’arte contemporanea è palpabile passeggiando per Città del Messico, soprattutto in concomitanza della fiera, dove la comunità artistica è erede di un patrimonio culturale secolare.
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