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Matteo Cocci
Leggi i suoi articoliC’è molta libertà nella scelta della regista triestina Laura Samani – che si era fatta conoscere grazie allo struggente film d’esordio Piccolo Corpo, presentato a Cannes nel 2021 – di dedicare il suo secondo lungometraggio, Un anno di scuola (2025), a un intreccio tipicamente adolescenziale come quello tratto dall’omonimo romanzo breve di Giani Stuparich (1929) e presentato nella sezione Orizzonti dell’ultima edizione della Mostra del Cinema di Venezia.
La stessa libertà che viene rivendicata nel film dalla diciottenne svedese Fred (Stella Wendick), trasferitasi al seguito del padre a Trieste, dove si iscrive all’ultimo anno di un Istituto Tecnico. Unica ragazza in una classe di soli maschi, catalizza immediatamente l’interesse dei propri compagni, in particolare quella di Antero (Giacomo Covi, vincitore del Premio Orizzonti per il Miglior Attore), Pasini (Pietro Giustolisi) e Mitis (Samuel Volturno), tre amici il cui rapporto fraterno verrà messo alla prova dall’inatteso ingresso di Fred nel loro gruppo. Samani sceglie di trasporre la narrazione, originariamente collocata nel 1909, nel 2007, attribuendo quindi al racconto una valenza autobiografica, lei che proprio in quell’anno frequentava l’ultimo anno di scuola superiore nello stesso istituto in cui fu ambientata da Stuparich la vicenda del libro.
Una storia di confine, sia dal punto di vista geografico-linguistico – proprio in quegli anni si ricomponeva una frattura con l’eliminazione dei controlli di frontiera tra Italia e Slovenia, dovuta all’ingresso di quest’ultima nell’area di sicurezza definita dagli accordi di Schengen – sia di vita, che porta i protagonisti, al termine dell’anno di scuola messo in scena da Samani, a prendere strade diverse e quindi a separarsi. È su questo limen che lievemente muove i propri passi Fred, in bilico tra le attenzioni sempre più evidenti dei tre amici, che nel frattempo l’hanno accolta là dove non avevano mai fatto entrare nessuno, tantomeno una ragazza – una ex-tipografia, suggestivamente soprannominata «La Trappola» –, e l’insopprimibile desiderio di vivere pienamente un momento irripetibile della propria vita.

Una scena di «Un anno di scuola» (2025) di Laura Samani

Una scena di «Un anno di scuola» (2025) di Laura Samani
La regia di Samani è magistrale nel mettersi al servizio dei propri personaggi – interpretati da attori esordienti – e nel rappresentare genuinamente sia i momenti in cui il loro spirito si innalza, superando qualsiasi barriera linguistica, sia i comportamenti più bassi, esacerbati dalla rivalità sentimentale tra i componenti maschili della compagnia.
Il fatto che Fred finisca per legarsi sentimentalmente ad Antero è la miccia che fa esplodere il rapporto fra i protagonisti, con Mitis che cerca (fino a un certo punto) di mediare e Pasini che, incapace di fare i conti con il dolore per l’amore non corrisposto – a Fred lo accomuna la recente perdita di una persona cara, nel suo caso il fratello –, in preda ai fumi dell’alcol, mette a rischio la propria vita. A pagare le conseguenze di tutto questo sarà proprio Fred, denigrata prima dai suoi stessi amici e poi, platealmente, dal graffito che una mattina compare sul muro della scuola. A tenderle la mano, una volta sprofondata in uno stato di completa apatia, non sarà il padre, incapace di comprenderla e quindi di comunicare con lei, ma una donna, la sua insegnante, che la invita a non dare ai carnefici il potere di influenzare la sua vita.
Un anno di scuola – che uscirà in sala, distribuito da Lucky Red, nella primavera 2026 – è un inno alla spensieratezza e, al tempo stesso, un’opera consapevole del fatto che anche una storia “comune”, come quella di quattro diciottenni alle prese con i propri sentimenti, possa mettere in luce dinamiche oscure. Nel film, Fred si vede costretta a farsi carico delle insicurezze che contraddistinguono le figure maschili – e, a volte, anche quelle femminili – che le stanno accanto, accettandone le conseguenze anche quando questo potrebbe significare rinunciare alla sua stessa identità. Fortunatamente, nel caso del film di Samani, la scelta di Fred ricade sulla vita, la propria.
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