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Cristiana Perrella

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Una mozione del mondo dell’arte per Cristiana Perrella

La lettera aperta firmata da 80 operatori per contestare il licenziamento in tronco dell'ex direttrice del Centro Pecci di Prato

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Redazione GdA

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Una lettera a sostegno di Cristiana Perrella, esautorata anzitempo l'8 ottobre dal ruolo di direttrice del Centro Pecci di Prato, è stata firmata da molti esponenti del mondo dell'arte. La mozione dovrà essere esaminata dal Consiglio d'Amministrazione del Museo presieduto da Lorenzo Bini Smaghi e non potrà non influire sulle decisioni della commissione di selezione per il nuovo direttore, formata da Bruno Corà, Guido Guerzoni e Lorenzo Sassoli de Bianchi.

Dopo aver appreso dell’allontanamento immediato di Cristiana Perrella dal Centro Pecci, che nelle sue modalità e per le sue motivazioni ci ha lasciato stupiti e amareggiati, vogliamo qui esprimere tutto il nostro supporto, apprezzamento e condivisione nei confronti del progetto di museo che Perrella ha delineato nel periodo della sua direzione e che a nostro parere ha reso il Centro Pecci un’eccellenza nel panorama delle istituzioni italiane dedicate al contemporaneo.

Il Pecci è infatti divenuto in questi anni un luogo di pensiero e di produzione culturale di respiro internazionale, aperto ai dibattiti più urgenti del nostro tempo e alle forme d’arte più innovative senza per questo essere elitario ma, al contrario, rivolgendosi con una programmazione articolata e dinamica a pubblici diversi e cercando sempre nuove forme per rendere accessibili i contenuti proposti. Un museo che ha voluto essere un generatore di domande, di ricerca, di relazioni, di dialogo, piuttosto che un «centro mostre», un luogo di scambio con la comunità artistica e con i cittadini, stimolante, inclusivo, radicato nel suo territorio ma anche aperto al mondo.

Cristiana Perrella è riuscita a dare identità, forza e credibilità a un’istituzione la cui storia ha conosciuto diversi momenti di crisi. L’ha posta in breve tempo al centro di una fitta rete di rapporti e collaborazioni, l’ha riportata all’attenzione dei media, pur lavorando con un budget limitato e in una posizione geografica fuori dai grandi flussi turistici.

Gli ultimi due anni hanno visto cambiare a livello globale priorità e convinzioni radicate, ponendoci nuovi interrogativi su come vivere insieme e con quali diritti, su cosa vuol dire sviluppo, sul perché è urgente che ci prendiamo cura del nostro pianeta. In un simile contesto di trasformazione anche il ruolo dei musei, dell’arte, della cultura tutta, è stato messo profondamente in discussione. È stato necessario ripensarne i fondamenti e il mandato, la sostenibilità. Ridefinire programmi, modalità d’azione, rappresentanza, linguaggi.

Una cosa è certa: il museo del futuro sarà un museo diverso da come lo abbiamo conosciuto finora, sarà impossibile non tenere conto di tutti i cambiamenti che l’eccezionalità di questi anni recenti ha portato. Oggi anche solo affermare di voler «tornare ai vecchi fasti» suona inappropriato e fuori tempo. Piuttosto che guardare nostalgicamente indietro, utilizzando vecchie formule come quella legata a una visione esclusivamente economicista e promozionale dei beni culturali, per cui «ci vuole un manager e non un curatore» per dirigere un museo, occorre invece immaginare nuovi formati, nuove alleanze, una nuova capacità di rispondere in modo creativo alle urgenze della nostra epoca, all’enorme bisogno di cultura che la caratterizza.

Occorre che i musei siano luoghi aperti e democratici ma che conservino la cura della complessità, come valore necessario per comprendere criticamente il mondo in cui viviamo; che l’attenzione per gli «intangibili», per il valore culturale, sociale della propria azione, sia prioritaria rispetto ai criteri di orientamento e valutazione esclusivamente numerici.

Per questo sosteniamo il progetto di Cristiana Perrella, che in questa direzione si è mossa con chiarezza di visione, creatività e capacità professionale, immaginando nuove strade e un nuovo ruolo per un museo con una storia lunga ma discontinua, e lo difendiamo contro i modi con cui tale progetto è stato liquidato.

Achille Bonito Oliva, Adrian Paci, Alberta Campitelli, Alessandra Donati, Alessandro Bianchi, Andrea Aleardi, Andrea Viliani, Arabella Natalini, Astrid Welter, Bruna Esposito, Caterina Riva, Cesare Pietroiusti, Claudia Durastanti, Claudio Zambianchi, Diana Baldon, Diana Toccafondi, Edoardo Nesi, Emanuele Coccia, Emma Zanella, Enea Righi, Enzo Cucchi, Evelyne Juanno, Formafantasma (Simone Farresin e Andrea Trimarchi), Francesca Kaufmann, Francesco Urbano Ragazzi, Francesco Vezzoli, Gea Politi e Cristiano Seganfreddo, Giorgio Fasol, Giovanna Silva, Giovanna Zapperi, Giovanni Veronesi, Giuseppe Penone, Hou Hanru, Ida Panicelli, Ilaria Marotta e Andrea Baccin, Ippolito Pestellini Laparelli, Jacopo Benassi, Kim Hou, Letizia Battaglia, Letizia Cariello, Lorenzo Paini, Luca Lo Pinto, Luca Rossi, Luca Vitone, Ludovico Pratesi, Marco Scotini, Maria Luisa Frisa, Mario Rizzi, Marcello Maloberti, Marco Fioravanti, Mariolina Bassetti, Matteo Lucchetti, Marinella Senatore, Martino Gamper, Michelangelo Frammartino, Milovan Farronato, Mimmo Paladino, Monica Bonvicini, Nico Vascellari, Nicolas Ballario, Paolo Canevari, Patrizia Meringolo, Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, Pepi Marchetti Franchi, Pierluigi Sacco, Raffaella Cortese, Raffaella Sciarretta, Sandro Veronesi, Serena Dandini, Sergio Risaliti, Silvia Botti, Simone Frangi, Stefania Miscetti, Stefano Boeri, Stefano Velotti, Stella Bottai, Tiziana Di Caro, Tomaso Montanari, Tommaso Casini, Valeria Solarino, Virgilio Sieni, Vittorio Gaddi.

Cristiana Perrella

Redazione GdA, 28 ottobre 2021 | © Riproduzione riservata

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