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Gaspare Melchiorri
Leggi i suoi articoliÈ giunta a conclusione la quarta campagna di scavi alla villa romana di Fiumana, una frazione del comune di Predappio (Fc), campagna durata sei settimane, dal 23 giugno fino a tutto luglio, grazie al supporto del Comune di Predappio e alla stretta collaborazione tra lo stesso Comune, l’Università di Parma e la Soprintendenza Archeologia, Belle arti e Paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini. Una speciale apertura al pubblico, prevista per venerdì primo agosto alle 18.30, presenterà i risultati delle ricerche archeologiche effettuate nel sito.
Le nuove scoperte verranno raccontate dal direttore degli scavi, Riccardo Villicich, archeologo classico e docente di Metodologia della ricerca archeologica presso il Dipartimento di Discipline umanistiche, sociali e delle imprese culturali dell’Università di Parma, che sarà coadiuvato nelle guide allo scavo da Marco Gregori, Emanuela Gardini e Luciana Saviane.
Sono stati acquisiti dati sull’insediamento di età altoimperiale ed è stato ricostruito il complesso termale della villa tardoantica, di cui sono stati individuati l’ingresso e i percorsi. I nuovi dati confermano una frequentazione stabile del sito di Fiumana dalla tarda età repubblicana fino all’età tardoantica. Le sue vicende sono legate a una sovrapposizione di ville, l’ultima delle quali coincide con un «Palatium» riconducibile alla corte imperiale ravennate e databile, su basi stratigrafiche, alla prima metà del V secolo.
Ad oggi, sono due i padiglioni individuati del grande complesso residenziale: un cosiddetto «quadrifoglio di pietra» (del quale è in via di definizione la funzione, da portare alla luce integralmente nelle prossime campagne di scavo) e le terme. Di queste ultime, nello scavo di quest’anno, è stato individuato il segmento sud-ovest, comprensivo dell’ingresso. L’architettura dell’edificio, che supera i 50 metri di lunghezza, presenta uno schema originale, strutturato su un’ampia corte scoperta centrale, dalla quale si poteva accedere ad ambienti absidati e a una serie di vani caldi a settentrione.
La razzia dei pavimenti di marmo delle terme del V secolo, di cui restano comunque decine di frammenti, ha permesso di individuare le strutture precedenti sottostanti, riferibili a ben tre fasi: la prima coincide con la fase costruttiva di una villa di età augustea; la seconda è riferita a un intervento di età medio imperiale; la terza si data al III secolo e consiste in un generale rifacimento delle terme, con la costruzione di nuovi ambienti. Questo «palinsesto» di terme nello stesso luogo, per più di cinque secoli, si spiega solo con la presenza di acque di risorgiva (di cui restano ancora tracce), probabilmente termali.
Il quarto anno di scavo è stato anche quello in cui si sono rinvenute tre tombe (due di bambini) e alcuni resti di monumenti funerari di età romana, con iscrizioni ed elementi decorativi. La prossima campagna di scavi, la quinta, ha già il suo obiettivo: lo scavo estensivo delle terme del «Palatium» del V secolo, con lo scopo di musealizzare questo primo padiglione del grande complesso.
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Era anche filosofo e teorico della fotografia e dell’arte, fisico di formazione. Aveva 89 anni. «Dagli anni Sessanta-Settanta ha portato avanti la democratizzazione del gesto artistico», secondo la Fondazione Fiaf



