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Luca Scarlini
Leggi i suoi articoliGiorgio Agamben interroga le immagini e al termine del soggiorno veneziano come docente di filosofia teoretica all’Università, rende omaggio agli affreschi di Giandomenico Tiepolo, opera perfetta del crepuscolo della Serenissima. Pulcinella ovvero divertimento per li regazzi è infatti il titolo della sua celebrata serie di immagini che hanno come icona la maschera napoletana, inserita nei contesti più diversi.
La carnevalesca fine dell’Italia di antico regime è contrassegnata, d’altra parte, dalle maschere: a Firenze alla corte medicea trionfano gli Arlecchini di Giandomenico Ferretti e a Roma, nelle stanze del papa, molto piacciono le immagini caricate di Pier Leone Ghezzi. Nessuno però più del mirabile pittore veneziano, alle prese con l’affresco delle sue private stanze della villa di Zianigo, ha saputo fissare il segreto senso di un momento epocale.
Una epigrafe pulcinellesca è a introduzione del libro: «ubi fracassorium, ibi fuggitorium», ossia dove si dà un gran fracasso è necessaria la fuga, come l’artista ebbe a svolgere in questa sequenza, quasi cinematografica, di maschere danzanti, ma pronte anche a mettere in atto un plotone di esecuzione e a dedicarsi all’impiccagione. Nel momento in cui la Storia si fa disastro, il «divertimento» resta la perfetta via di fuga dell’immaginazione dell’artista, come questa opera mirabile ben dichiara.
Pulcinella ovvero divertimento per li regazzi
di Giorgio Agamben
142 pp., ill.
Nottetempo, Roma 2015
€ 27,00
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