Anna Aglietta
Leggi i suoi articoliIn seguito a una donazione privata, il Museo Brandhorst presenta fino al 7 aprile 2024 «This Is Me, This Is You. The Eva Felten Photography Collection», una mostra che analizza il ruolo sociale e narrativo della fotografia. Più di 140 scatti esplorano la relazione tra fotografo e fotografato, un rapporto che implica da un lato desiderio e intimità, ma dall’altro potere e diseguaglianza.
Il titolo della mostra, curata da Monika Bayer-Wermuth, è tratto all’omonima serie dell’artista e scrittrice americana Roni Horn (1955): per due anni ha fotografato la nipote, usando le immagini della bambina per comunicare la fugacità del concetto di identità, il confine labile fra l’Io e il Tu. Un’altra importante fonte di ispirazione per la mostra è l’artista americana Zoe Leonard (1961), la quale ha affermato che metà della fotografia è determinata da dove si colloca il fotografo, ricordando l’importanza di contestualizzare ogni opera. P
artendo da questi assiomi, le immagini esposte, tra cui si contano nomi come Robert Frank, Gordon Parks e Richard Prince, spaziano dagli anni Trenta ad oggi, attraverso contesti geografici e artistici svariati, con composizioni sapientemente curate o scatti documentari, permettendo di seguire l’evoluzione della pratica fotografica nell’ultimo secolo. Le fotografie sono ordinate secondo sette temi (per altrettante sale).
Il più importante si concentra sulla pertinenza sociale e politica della fotografia, con opere di artisti quali Isaac Julien, Carrie Mae Weems e Anthony Hernandez, ma altrettanto interessanti sono le sezioni che esplorano l’intimità tra artista e soggetto, l’arte appropriativa, o la Street photography. Le opere esposte fanno parte della collezione di Eva Felten, che ha recentemente donato al museo oltre 400 fotografie raccolte in più di quarant’anni, permettendo così a questa istituzione, conosciuta per la sua collezione di arte contemporanea, di affermarsi anche come centro tedesco della fotografia.
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