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«La Trasfigurazione di Cristo» (1534-35), di Pieter Coecke Van Aelst da Caretto&Occhinegro

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«La Trasfigurazione di Cristo» (1534-35), di Pieter Coecke Van Aelst da Caretto&Occhinegro

Tefaf 2024, è tutto pronto

Dal 9 al 14 marzo si svolge l’appuntamento più importante dell’anno del mercato collezionistico non più soltanto antiquariale, con la partecipazione di diversi italiani tra le 270 gallerie presenti. La novità quest’anno è «Focus»: uno spazio dedicato a singoli artisti o specifici temi

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Elena Correggia

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È tutto pronto a Maastricht per dare il via a Tefaf, in programma dal 9 al 14 marzo (il 7 e l’8 marzo ci sarà l’anteprima a inviti), appuntamento imperdibile per conoscere il meglio del mercato dell’arte e dell’antiquariato mondiale. Sono 270 le gallerie partecipanti, poco più di una ventina quelle italiane nella sezione principale.

Una novità dell’edizione 2024 sarà «Focus», uno spazio offerto agli espositori per approfondire il lavoro di un singolo artista o di un singolo concetto. A titolo di esempio, la galleria londinese Bowman presenterà una serie di bronzi di Rodin le cui figure erano state concepite in relazione al progetto della «Porta dell’Inferno», che avrebbe dovuto ornare un museo di arti decorative di Parigi a fine ’800, di fatto mai realizzato (fra queste una fusione di «Le penseur» a 7,5 milioni di euro).

Nell’ambito delle proposte internazionali la scelta spazia come sempre dall’antichità al contemporaneo. Si va dalla statuaria romana della galleria Chenel ai fondi oro di Brimo de Laroussilhe (come l’ultima opera nota firmata da Bernardo Daddi), dalle stampe incise di Dürer e Schongauer (per valori fra 120 e 140mila) presso lo stand di Helmut H. Rumbler al boccale in avorio appartenuto a Federico Guglielmo I di Brandeburgo proposto da Georg Laue, da un intenso ritratto di Van Gogh, «Tête de paysanne à la coiffe blanche», presentato da M.S. Rau alle opere di Derain e Campendonk ammirabili da Landau Fine Art, fino a un’importante gouache di Miró, «Femme», alla galleria Mayoral (richiesta 1,5 milioni).

Non manca la varietà di epoche e generi anche fra gli espositori italiani: da Piva & C sarà esposta un’urna cineraria romana in marmo del I secolo a.C., da Caretto & Occhinegro un inedito di Pieter Coecke Van Aelst, iniziatore del Rinascimento fiammingo, un trittico monumentale con la «Trasfigurazione di Cristo» che si aggiunge all’esiguo catalogo di opere autografe interamente realizzate dall’autore, mentre Carlo Virgilio porterà un «Ritratto di uomo», identificato come Ippolito Chizzola, attribuito a Sofonisba Anguissola.

Per il Novecento Antonacci Lapiccirella presenterà un «Ritratto di giovane» di Umberto Boccioni, un pastello divisionista inedito sul mercato, mentre da Berardi saranno proposti due altri ritratti, «Perilla» e «Dorilla», tele del preraffaellita inglese John William Godward.
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Nutrita la presenza italiana anche nella sezione Showcase, riservata alle giovani gallerie che hanno fra i 3 e i 10 anni di attività. In quest’ambito Tommaso Calabro intende svelare aspetti poco conosciuti del Surrealismo attraverso una selezione di dipinti e opere su carta di Leonor Fini, Stanislao Lepri e Fabrizio Clerici. Due opere raffinate benché assai diverse, «Il flagello» di Galileo Chini e «Paesaggio. Betulle e glicini» di Teodoro Wolf Ferrari, entrambe del 1917, illustrano la temperie culturale che permea invece il progetto espositivo della galleria Reve Art. Il valore del frammento è l’idea intorno a cui ruota la proposta di Cavagnis Lacerenza, con l’esposizione di una selezione di sculture antiche giunte fino a oggi in uno stato non completo. Fra queste un gruppo in terracotta di Bacco e Arianna del fiorentino Piamontini e un’imponente Testa di fontana leonina dell’antica Roma. Opere italiane dal Trecento al Cinquecento sono ammirabili infine da Flavio Gianassi Fine Art (italiano ma di stanza a Londra), fra le quali spicca un insieme di quattro tavole raffiguranti san Simone, san Ranieri, sant’Ambrogio e san Pietro, realizzate da Cecco di Pietro nel 1378 per la Chiesa di San Francesco a Pisa (la richiesta è intorno ai 300mila euro).

Annunciati inoltre i destinatari del Tefaf Museum Restoration Fund, un contributo annuale istituito da Tefaf per il sostegno alla conservazione del patrimonio artistico mondiale. A beneficiarne saranno la National Gallery of Ireland per il restauro di «Il passaggio del Mar Rosso» (1521) del pittore ferrarese Ludovico Mazzolino e il Wadsworth Atheneum Museum of Art di Hartford, nel Connecticut, per la scultura in marmo «Venere con ninfa e satiro» (1600) di Pietro Francavilla.

Elena Correggia, 06 marzo 2024 | © Riproduzione riservata

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