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Una veduta dell’ingresso alla tomba etrusca scoperta nella necropoli dei Monterozzi, a Tarquinia

Photo: Parco Archeologico di Cerveteri e Tarquinia

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Una veduta dell’ingresso alla tomba etrusca scoperta nella necropoli dei Monterozzi, a Tarquinia

Photo: Parco Archeologico di Cerveteri e Tarquinia

Tarquinia: scoperta una tomba etrusca inviolata della fine dell’VIII secolo a.C.

Secondo gli etruscologi del Parco Archeologico di Cerveteri e Tarquinia si tratterebbe di una delle più antiche attestazioni decorative della necropoli dei Monterozzi

Bianca Celeste

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Una tomba etrusca a camera, inviolata e dotata di letto funebre (una banchina modanata) e corredo, è stata scoperta nella necropoli tarquiniese dei Monterozzi, in un settore ai margini del sito. 

A darne notizia è il Parco Archeologico di Cerveteri e Tarquinia (Pact) che ha diretto le operazioni della prima campagna di scavo, appena conclusa, con il coordinamento del direttore Vincenzo Bellelli e dell’archeologo Daniele Rossetti.  

Il colle dei Monterozzi, oggi completamente spianato, annovera più di 6mila tombe in gran parte scavate nella roccia e sormontate da tumuli che gli hanno conferito il peculiare nome. Quelle più famose, conosciute in tutto il mondo, sono le tombe dipinte, circa duecento, fiore all’occhiello della necropoli inserita nel Patrimonio Unesco nel 2004 insieme con quella della Banditaccia di Cerveteri. Fonti preziose per la conoscenza della vita, dei gusti e delle credenze religiose degli Etruschi, le decorazioni parietali con scene di caccia, danza e banchetto, hanno reso la città di Tarquinia capitale della pittura funeraria etrusca e costituiscono il più grande complesso di pitture antiche preromane. 

A Tarquinia le necropoli erano disposte a semicerchio tutt’attorno all’abitato che in età etrusca e romana sorgeva sull’altopiano della Civita, alto 169 metri. La pratica di decorare i sepolcri delle famiglie aristocratiche a Tarquinia è documentata dal VII al II secolo a.C., un periodo lungo che corrisponde a quasi tutta la durata della vita della città. Gli ipogei di norma erano preceduti da un corridoio (dromos) scavato nella roccia che conduceva giù nella tomba, nella camera vera e propria: nel caso della tomba appena scoperta le operazioni di pulitura sulle pareti hanno restituito tracce di colore rosso e giallo molto probabilmente riconducibili a una decorazione dipinta a fasce ritenuta dagli studiosi molto antica. Tra i materiali del corredo funebre, sparsi nell’ambiente a causa del crollo della copertura e in stato frammentario, sono stati trovati tantissimi anellini in bronzo, vasi di impasto non lavorato e in argilla depurata, contenitori in lamina bronzea e ornamenti, già tutti in fase di restauro. La tomba sarebbe stata utilizzata in seguito per una seconda sepoltura: la conferma arriva dai grandi blocchi calcarei che delimitano lo spazio antistante all’ingresso e da un corredo rinvenuto in frammenti.

La camera funeraria con la banchina per la deposizione nella tomba etrusca scoperta nella necropoli dei Monterozzi, a Tarquinia. Photo: Parco Archeologico di Cerveteri e Tarquinia

Bianca Celeste, 04 settembre 2025 | © Riproduzione riservata

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