Image

Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine

Image

Germano Celant

Photo: Giovanni Gastel. © Image Service srl, courtesy Archivio Giovanni Gastel

Image

Germano Celant

Photo: Giovanni Gastel. © Image Service srl, courtesy Archivio Giovanni Gastel

Sull’attualità del pensiero di Germano Celant

È prevista per ottobre la presentazione del volume, edito da Skira, che raccoglie gli interventi delle giornate di studio svoltesi tra il 2022 e il 2023 sull’operato e sulla figura del «critico militante»

«Ognuno può criticare, violentare, demistificare e proporre riforme, deve rimanere però nel sistema, non gli è permesso di essere libero». Con queste parole, Germano Celant (Genova, 1940-Milano, 2020) introduceva quello che divenne uno dei più importanti scritti sull’Arte Povera («Arte povera. Appunti per una guerriglia», in «Flash Art», 1967).

Attorno al concetto di «libertà» si svilupparono le produzioni di Alighiero Boetti, Jannis Kounellis, Giulio Paolini, Luciano Fabro, Pino Pascali, Giovanni Anselmo, Mario Merz, Mario Ceroli, Gianni Piacentini, Michelangelo Pistoletto, Gilberto Zorio, Piero Gilardi, i principali esponenti di un modo di fare arte che, tra Torino e Roma, decise di sfidare il sistema dell’arte allora vigente. A questi si affiancò una altrettanto nuova tipologia di fare critica: non più costituita da giudizi espressi a distanza (leggendo, studiando, guardando), ma vivendo a stretto contatto con gli artisti.

In veste di «critico militante», Celant studiò un modo per far sì che la curatela potesse adattarsi alle opere d’arte effimere, cariche di energia, ma inadatte all’esposizione istituzionale e museale. Libero da rigidità burocratiche e da ferree classificazioni, ha saputo ridefinire e ampliare i confini tra le diverse discipline, e sviluppare un linguaggio critico transdisciplinare.

A distanza di cinque anni dalla sua scomparsa, il suo pensiero e la sua storia sono più che mai attuali ed è proprio alla conferma di questa attualità che aspira la prossima pubblicazione Germano Celant. Cronistoria di un critico militante, edita da Skira. Il volume (504 pagine con oltre 150 immagini) raccoglie in ordine cronologico le giornate di studio, dedicate al suo lavoro e alla sua figura, svoltesi tra il 2022 e il 2023. Ideate da Marco Tirelli, presidente per il biennio 2023-24 dell’Accademia Nazionale di San Luca di Roma e curate dallo Studio Celant (nella persona di Antonella Soldaini), le «lezioni» si sono svolte nell’accademia stessa (dove il libro verrà presentato a ottobre) e in alcune delle istituzioni con cui lo stesso critico si relazionò: Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci, Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee-Museo Madre, Fondazione Giorgio Cini, Fondazione Prada, MaXXI-Museo nazionale delle arti del XXI secolo e Triennale Milano.

Pensati come occasione di confronto, gli interventi offrono una riflessione collettiva sul suo operato, dall’Arte Povera alla metodologia espositiva, dalla scrittura editoriale al rapporto con le istituzioni.

Tra le pagine risultano i contributi di Marco Tirelli, di Argento Celant e Antonella Soldaini (Studio Celant); i testi di Bruce Altshuler, Dario Apollonio, Nina Artioli, Marco Bagnoli, Luca Massimo Barbero, Marcella Beccaria, Fabio Belloni, Alfredo Bianchini, Andrea Branzi, Monica Bruzzone, Clelia Caldesi Valeri, Paolo Canevari, Francesca Cattoi, Pierluigi Cerri, Carolyn Christov-Bakargiev, Laura Conconi, Lara Conte, Maria Corti, Marco De Michelis, Giorgio Di Domenico, Elvira Dyangani Ose, Daniela Ferretti, Francesco Guzzetti, Fulvio Irace, Daniela Lancioni, Veronica Locatelli, Mario Mainetti, Vittoria Martini, Giulio Paolini, Giuseppe Penone, Gianni Pettena, Renzo Piano, Stefano Pezzato, Francesca Pola, Italo Rota, Lia Rumma, Remo Salvadori, Denis Santachiara, Annabelle Selldorf, Salvatore Settis, Antonella Soldaini, Chiara Spangaro, Grazia Toderi, Andrea Viliani, Denis Viva, Gilberto Zorio, Stefania Zuliani; e le conversazioni di Marina Abramović con Marcella Ferrari, Vicente Todolí con Antonella Soldaini e con un breve intervento di Daniela Ferretti, Laurie Anderson, Thomas Demand e Mariko Mori con Mario Mainetti.

«Uscire dal sistema vuol dire rivoluzione», si legge ancora su «Flash Art» e Celant, alla fine, la sua rivoluzione l’ha avuta.

La copertina del volume

Cecilia Paccagnella, 10 luglio 2025 | © Riproduzione riservata

Altri articoli dell'autore

Il progetto del nuovo edificio, i cui rendering sono stati appena svelati, è firmato da Francis Kéré, vincitore del Premio Pritzker 2022 e noto per un’architettura attenta all’ambiente e al valore sociale

Lo Stato ha annunciato nei giorni scorsi il «Ghost Ranch Conservation Plan», volto a preservare e conservare i territori incontaminati di cui si innamorò la pittrice statunitense a partire dalla fine degli anni Venti

Sono stati svelati i dettagli dell’installazione commissionata all’artista di Chicago per il complesso intitolato all’ex Presidente degli Stati Uniti: un collage di fotografie dall’archivio della Johnson Publishing Company e dalla collezione personale di Howard Simmons distribuito su 53 metri di pannelli in alluminio industriale 

La mostra, una delle più importanti a lui dedicate, celebra l’artista statunitense nel centenario dal suo arrivo nella capitale francese e nel cinquantesimo anniversario dalla sua scomparsa

Sull’attualità del pensiero di Germano Celant | Cecilia Paccagnella

Sull’attualità del pensiero di Germano Celant | Cecilia Paccagnella