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Speciale Art Basel: Antonio Tucci Russo, Tucci Russo Studio per l’Arte Contemporanea, Torre Pellice, Torino

Speciale Art Basel: Antonio Tucci Russo, Tucci Russo Studio per l’Arte Contemporanea, Torre Pellice, Torino

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Redazione GdA

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Quando scegliamo le opere da presentare in uno stand, specialmente in una fiera di grande visibilità come Art Basel, cerchiamo di operare una selezione che riesca a dare un’immagine del lavoro svolto in galleria. Si tratta quindi di offrire una sintesi della nostra storia, degli oltre quarant’anni in cui le nostre esposizioni hanno sempre creato un dialogo, soprattutto sul tema della scultur.


Pensiamo che, oltre alla vendita delle opere, una fiera si possa considerare positiva nella misura in cui i collezionisti, dopo aver visitato lo stand, provino la curiosità e l’esigenza di venire a vedere le mostre e scoprire lo spirito del luogo per il quale le opere sono state pensate.


Del resto, proteggendo la qualità si soddisfano sia le esigenze del mercato sia della cultura. E in questo senso, Art Basel è ancora l’appuntamento principale. È una fiera che è stata in grado di seguire i cambiamenti e l’evoluzione dell’arte, mantenendo vivo l’interesse di un pubblico internazionale. 


La vostra gallerie è una delle più autorevoli sostenitrici dell’Arte povera...


Abbiamo sempre considerato l’arte senza confini, ma se vogliamo parlare di arte italiana, riferendoci nell’ambito del contemporaneo ad esempio agli artisti dell’Arte povera, il cui riconoscimento internazionale è innegabile, e alle generazioni successive, credo che l’unico limite sia che gli artisti italiani non sono abbastanza sostenuti dalla Nazione che li ospita. Ma qui il discorso si dovrebbe ampliare alla politica culturale italiana, discorso che lasciamo all’immaginazione di chi legge.
 

Redazione GdA, 10 giugno 2017 | © Riproduzione riservata

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