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Il sito di Palmira in Siria. Foto: F. Bandarin © Unesco

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Il sito di Palmira in Siria. Foto: F. Bandarin © Unesco

Sos Palmira: la minaccia dell'Isis sull'antica città della Siria

Luana De Micco

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Parigi. «Bisogna salvare Palmira. Il sito ha già sofferto in questi quattro anni di conflitto, ha sofferto per i saccheggi. Rappresenta un tesoro insostituibile per il popolo siriano e per tutto il mondo». Stamattina è arrivato da Parigi anche l’appello di Irina Bokova, la direttrice generale dell’Unesco, per proteggere il sito romano che dal 2013 è iscritto al patrimonio mondiale dell’umanità in pericolo, mentre i miliziani dell’Isis hanno lanciato un’offensiva nell’area minacciando dunque le antiche rovine. La furia dei terroristi ha già colpito le antiche città assire di Nimrud, Hatra e Ninive in Iraq.
La minaccia è reale per l’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (Ondus), che ha indicato che la parte moderna di Palmira (l’attuale Tadmur), situata a pochi chilometri dalle rovine, è già stata colpita con obici di mortaio. «Se lo Stato Islamico entra a Palmira sarà una catastrofe umana» ha osservato il direttore delle antichità e dei musei siriani, Maamoun Abdulkarim, chiedendo alla comunità internazionale di intervenire «prima e non dopo le distruzioni. Si possono nascondere gli oggetti, ha aggiunto, ma come si può proteggere l’architettura?». L’antica Palmira, anche detta «La sposa del deserto», si trova a circa 200 km a sud est da Damasco ed è uno dei siti archeologici più importanti del Paese, con le sue splendide rovine del Santuario di Baal, la via colonnata, l’arco di Settimio Severo, le Terme di Diocleziano, il teatro e la necropoli. Ieri Francesco Rutelli, presidente del Partito Democratico Europeo, ma anche dell’Associazione Priorità Cultura, ha ribadito l’importanza di costituire i Caschi blu per il Patrimonio Culturale: «La comunità internazionale ascolti la proposta del Governo italiano», ha detto Rutelli. La proposta deve essere discussa dall’Unesco e dovrà approdare al Consiglio di Sicurezza dell’Onu. A questi ultimi, nonché al nostro ministro della Difesa Gentiloni, è indirizzato anche l'appello di Vittorio Sgarbi: «Invece di metter fasce a lutto, ammonisce il critico, occorre chiedere una convocazione urgente del Consiglio di Sicurezza dell'Onu per schierare l'esercito a difesa dei luoghi tutelati dall'Unesco. Io 20 anni fa, da Sottosegretario, durante la guerra nei Balcani, ottenni il dispiegamento dei militari a tutela dei monasteri del Kosovo. Insieme a Cossiga andai personalmente in Kosovo. Lo cito non per vanagloria, ma per  ricordare che è possibile utilizzare l'esercito per tutelare siti come Palmyra in Siria o Leptis Magna in Libia».

Il sito di Palmira in Siria. Foto: F. Bandarin © Unesco

Luana De Micco, 15 maggio 2015 | © Riproduzione riservata

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