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Alessia De Michelis
Leggi i suoi articoliLa mostra «Dalí: tra arte e mito», inaugurata il 27 settembre a Palazzo Tarasconi di Parma, è diventata un caso giudiziario. Il Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Roma ha infatti sequestrato 21 opere attribuite a Salvador Dalí, tra arazzi, incisioni, disegni e oggettistica, ritenute presumibilmente false.
L’operazione, coordinata dalla Procura della Repubblica di Roma, nasce da una segnalazione della Fundación Gala-Salvador Dalí, che ha rilevato «elementi critici» circa l’autenticità dei lavori. I militari avevano già notato anomalie durante una precedente esposizione con lo stesso titolo al Museo Storico della Fanteria di Roma, fra gennaio e luglio di quest’anno.
Il sequestro è stato disposto dal Gip-Giudice per le Indagini Preliminari su richiesta dei magistrati del dipartimento Criminalità diffusa e grave, al fine di consentire verifiche scientifiche approfondite. «L’intervento di esperti della Fondazione Dalí di Barcellona ha gettato il sospetto su alcune di queste opere», ha dichiarato Diego Polio, comandante del Nucleo Tpc, sottolineando la necessità di stabilire se i lavori siano realmente attribuibili al maestro del Surrealismo o se si tratti di falsi.
La società Navigare srl, organizzatrice della mostra, si è detta «pronta ad offrire piena collaborazione alle forze dell’ordine per la verifica di autenticità delle 21 opere oggetto del sequestro» e disponibile a fornire tutta la documentazione utile alle indagini.
La vicenda, che potrebbe avere conseguenze anche per i visitatori, ha attirato l’attenzione delle associazioni dei consumatori. Il Codacons ha annunciato che, qualora venisse confermata la falsità delle opere, si costituirà parte offesa in un eventuale processo, chiedendo rimborsi per i biglietti acquistati.
Resta ora da chiarire la provenienza delle opere e le responsabilità legate alla loro esposizione. Il caso evidenzia ancora una volta la fragilità del mercato delle opere di Dalí, artista la cui produzione, vasta e multiforme, è da decenni tra le più contraffatte al mondo.
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