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Redazione GdA
Leggi i suoi articoli1. Quando è nata la vostra galleria?
Mi sono formato nella galleria di famiglia, fondata nel 1916 da mio nonno Emanuele. Per circa vent’anni ho affiancato mio padre Giuseppe nella conduzione delle sedi di Roma e Londra e nel 1998 ho fondato l’azienda che porta il mio nome, la Paolo Antonacci srl, una galleria che si è data da subito una linea, cronologica e di contenuti, ben precisa e alla quale negli anni siamo sempre rimasti fedeli. Al 141A di via del Babuino, la sede che abbiamo recentemente lasciato per trasferirci in via Alibert, abbiamo intrapreso un percorso di ricerca e valorizzazione della pittura di veduta e del Grand Tour, prendendo come epoca di riferimento quella compresa tra la seconda metà del Settecento e i primi del Novecento. Del periodo che ci interessa trattiamo anche la scultura in marmo e la fotografia.
2. Da quanti anni partecipate al Tefaf?
L’edizione 2017 corrisponderà al nostro quarto anno di partecipazione.
3. A quali altre fiere estere partecipate?
Masterpiece a Londra e Highlights a Monaco di Baviera. Aggiungerei anche la Biennale dell’Antiquariato di Firenze, che ha un respiro assolutamente internazionale.
4. Qual è la ragione principale per cui partecipate al Tefaf e quali sono i punti di forza e le principali caratteristiche?
Fare antiquariato oggi ha senso solo se ci si colloca nella fascia di mercato più alta. Considero il Tefaf l’agorà del collezionismo d’antiquariato di alta qualità. A Maastricht si danno ogni anno convegno i più importanti mercanti d’arte del mondo, la selezione è davvero severa, ma il risultato è un appuntamento imperdibile per i grandi collezionisti. Li incontriamo tutti, arrivano da ogni parte d’Europa, dagli Stati Uniti, dal Medio Oriente e direi che, per un mercante d’arte, questo è il più valido dei motivi per scegliere il Tefaf come uno dei caposaldi delle proprie strategie commerciali.
5. Qual è quest’anno il vostro pezzo più importante? Qual è la sua importanza e/o rarità?
La nostra opera di punta è un asso che metteremo sul tavolo solo in prossimità dell’apertura della fiera. Tuttavia, tra le opere selezionate per Maastricht, una che amo particolarmente è un grande olio realizzato nel 1856 da Carel Max Quaedvlieg in collaborazione con Robert Alexander Hillingford. Trovo che rappresenti in maniera emblematica la nostra partecipazione al Tefaf. Quaedvlieg, esponente di primo livello della cosiddetta pittura del Grand Tour, rappresenta in quest’olio dalla tavolozza smagliante un episodio centrale del celebre Carnevale romano: la Festa degli Artisti Tedeschi, che nell’anno di realizzazione dell’opera si svolse a Torre Salaria. L’episodio ritratto da Quaedvlieg raffigura l’arrivo del corteo degli artisti al luogo scelto per il baccanale, la Torre Salaria. Alcuni personaggi sulla destra si accingono a stappare fiaschi di vino, altri agitano bandiere e stendardi e altri ancora si fanno notare per i fastosi costumi. Al centro della composizione, su un carro trainato da buoi, troneggia il presidente del comitato organizzatore, la Società di Ponte Molle.
6. Avete previsto qualche pubblicità o un catalogo?
La nostra partecipazione alle grandi fiere d’antiquariato è sempre commentata da brochure, sarà così anche per il Tefaf 2017.
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