Image

«Il circo equestre o I saltimbanchi» (1929-30), di Arturo Martini (particolare). Manifattura Mita, Genova Nervi. Ph: JorgeFelixDiazUrquiza

Image

«Il circo equestre o I saltimbanchi» (1929-30), di Arturo Martini (particolare). Manifattura Mita, Genova Nervi. Ph: JorgeFelixDiazUrquiza

Scoperti sei tappeti di Arturo Martini

Finora note solo come disegni, le sei opere tessili sono esposte, accanto a sculture e dipinti, nel Museo della Ceramica

Margherita Fochessati

Leggi i suoi articoli

Dal 22 marzo al 15 luglio il Museo della Ceramica di Savona ospita la mostra «Arturo Martini. La trama dei sogni. Tessuti, dipinti, ceramiche», ideata e promossa dall’Associazione Lino Borzoini, Centro per lo studio e lo sviluppo dell’arte e da Fondazione Museo della Ceramica di Savona, a cura di Carla Bracco con la collaborazione di Magda Tassinari e Donatella Ventura, con il contributo scientifico di Wolfsoniana-Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura di Genova e del Museo Luigi Bailo di Treviso e con il sostegno di Fondazione A. De Mari e del Comune di Savona.

La rassegna nasce dalla scoperta, avvenuta a Savona, di 6 opere tessili di Arturo Martini, sino ad oggi conosciute solo come disegni citati dalla letteratura critica. I tappeti, le cui decorazioni si sviluppano intorno a tre soggetti principali, Ofelia, Il Veglione e Il Circo/I saltimbanchi, articolati in diverse varianti, vennero progettati alla fine degli anni Venti da Martini e realizzati dalla Mita-Manifattura italiana tappeti artistici di Genova Nervi, per la neonata azienda di arredamento Diana-Decorazioni Industrie Artistiche Nuovi Arredamenti dell’architetto Mario Labò. Ognuno degli esemplari esposti in mostra affronta con tecniche esecutive differenti temi analoghi quali il sogno, la fiaba e l’infanzia, soggetti ricorrenti nella produzione dell’artista, in particolare dopo la nascita della sua prima figlia nel 1921, così come il tema del gioco, tra circo, teatro e melodramma.

Incentrata sul rapporto tra Martini e l’arte tessile, sviluppato durante gli anni trascorsi tra Albisola, Genova e Vado Ligure, dove l’artista trevigiano visse tra il 1920 e il 1932, la mostra analizza l’intero percorso di progettazione ed elaborazione dei 6 tappeti condotto in sinergia da Martini e dalla manifattura genovese. Partendo dal disegno, sovente ripreso in esecuzioni a stampa e sviluppato nella «messa in carta», per poi focalizzarsi sull’analisi tecnica dei materiali, dal procedimento di annodatura del filo di lana fino all’esito formale dell’opera, viene delineato l’iter progettuale delle uniche opere tessili di Arturo Martini di cui ad oggi si posseggono esemplari e di cui, grazie alla collaborazione con la Wolfsoniana-Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura di Genova, con il Museo Bailo di Treviso e con il Museo del Paesaggio di Verbania, sono mostrati i tre bozzetti esecutivi dei tappeti esposti oltre a un quarto soggetto, Bagnanti, ancora privo del corrispettivo in tessuto.

Ad affiancare il nucleo delle opere tessili, a testimonianza della vivace stagione che caratterizzò lo sviluppo delle arti applicate nella Liguria del primo dopoguerra, di cui la manifattura Mita costituisce uno dei più virtuosi esempi, sono esposti lavori in ceramica, terracotta, gesso e bronzo oltre a diverse realizzazioni pittoriche e grafiche, per un totale di circa 50 opere, allestite in piccola parte anche negli spazi della Pinacoteca Civica di Savona.

Leggi anche:
Caro Martini, solo morendo la scultura cattura l’eternità

«Il circo equestre o I saltimbanchi» (1929-30), di Arturo Martini (particolare). Manifattura Mita, Genova Nervi. Ph: JorgeFelixDiazUrquiza

Bozzetto esecutivo per il tappeto «Il circo equestre o I saltimbanchi» (1929 ca), di Arturo Martini. Archivio MITA, Genova Nervi di M.A. Ponis, in comodato presso Wolfsoniana-Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura, Genova

Margherita Fochessati, 22 marzo 2024 | © Riproduzione riservata

Articoli precedenti

Le dieci sezioni della mostra a Palazzo Ducale approfondiscono le vicende familiari e gli aspetti personali che hanno segnato la vita e la carriera della pittrice romana

Una mostra al Museo Lia presenta il risultato del restauro e di uno studio che ha ricondotta la tavola della «Crocifissione» alla bottega di Pieter Brueghel il Giovane

Chiuso da due anni, il museo ha recuperato, grazie ai lavori di adeguamento strutturale e impiantistico, la sua grande terrazza panoramica

Dopo circa quindici anni di ricerche e lavori gli ambienti del Palazzo Reale hanno riacquisito gli elementi decorativi, le tappezzerie e gli arredi originali che nei secoli avevano adornato le stanze abitate dalle famiglie regnanti

Scoperti sei tappeti di Arturo Martini | Margherita Fochessati

Scoperti sei tappeti di Arturo Martini | Margherita Fochessati