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La sepoltura rinvenuta nella pieve di San Pietro in Bossolo

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La sepoltura rinvenuta nella pieve di San Pietro in Bossolo

Scoperta un’antica sepoltura nella Pieve di San Pietro in Bossolo, a Barberino Tavarnelle

È stata anche rinvenuta una serie di strutture murarie che testimoniano il tentativo di fondare due castelli, poi mai portati a termine

Gaspare Melchiorri

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Nel cantiere archeologico della Pieve di San Pietro in Bossolo, nel comune di Barberino Tavarnelle (Fi), è stata scoperta un’antica sepoltura. «Potrebbe essere fra le tracce di vita più antiche del sito», ha commentato a proposito il sindaco David Baroncelli. L’etimologia del nome è riferita all’espressione «in buxula», che era il nome con cui negli eserciti romani si definiva la cassa imperiale. Il luogo su cui sorge la chiesa era abitato fin dal V secolo, circostanza dimostrabile grazie a un’iscrizione, ritrovata nel XIX secolo, risalente al 424.

Gli scavi si inseriscono nel quinto anno della campagna promossa e finanziata dal Comune di Barberino Tavarnelle, ottenuta in concessione dal Mic nell’area adiacente alla pieve. L’attività di ricerca è condotta dalla cooperativa Laboratori archeologici San Gallo in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia, Belle arti e Paesaggio.

«Abbiamo ampliato lo scavo verso sud, intercettando nuove strutture, ha detto l’archeologa Chiara Marcotulli, direttrice dello scavo e presidente di Laboratori archeologici San Gallo, sempre riferibili alle fasi più recenti del sito, che sono bassomedievali, e stiamo procedendo in profondità nella zona centro settentrionale».

«Abbiamo trovato una serie di strutture murarie che testimoniano il tentativo di fondare ben due castelli, probabilmente mai portati a termine, nell’XI e nel XIII secolo, in accordo con quanto tramandato dalle fonti scritte. Allo stesso tempo, i livelli medievali si trovano sopra le fasi di abbandono di edifici di epoca precedente sui quali stiamo scavando in questi giorni. Le fasi di abbandono sono databili grazie ai reperti ceramici fra VI e VIII secolo d.C.».

«Alcuni elementi, prosegue Marcotulli, come particolari tipi di laterizi, frammenti di pavimentazioni in cocciopesto, reperti e un frammento marmoreo potrebbero suggerire l’esistenza di una fase di vita di epoca tardo antica, almeno dal IV secolo d.C., ma forse anche romana. Nella fase di passaggio fra l’epoca antica e quella medievale, inoltre, la zona venne utilizzata come area cimiteriale, dato che è stata rinvenuta la quarta sepoltura, anche questa priva di corredo. Si tratta, dunque, di un progetto particolarmente importante soprattutto per gli aspetti cronologici, che vanno a far luce sul complesso periodo di passaggio fra il mondo antico e quello medievale e che trovano confronti con altri importanti progetti di ricerca condotti in Toscana negli ultimi anni».

«La campagna che si concluderà il primo agosto, ha dichiarato il sindaco di Tavarnelle Val di Pesa David Baroncelli, sta dando ottimi risultati, anche in questa occasione abbiamo registrato la partecipazione attiva della cittadinanza e il supporto di alcuni volontari che stanno aiutando con entusiasmo gli archeologi nelle loro attività quotidiane, dallo scavo al lavaggio dei reperti». Il progetto culturale messo in campo dal Comune, incentrato sulla realizzazione di un intervento di archeologia pubblica, vuol essere anche un’attività da condividere con la comunità.

Gaspare Melchiorri, 28 luglio 2025 | © Riproduzione riservata

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