«Mare Nexus» di Ieva Saudargaitė Douaihi (1988) nasce dal desiderio di ripensare ai primi anni dei social network, quando le piattaforme digitali apparivano come luoghi di esplorazione, attraversati da immagini capaci di instaurare dialoghi inattesi tra persone lontane. L’artista trasforma questa memoria in una mappa emotiva del Mediterraneo, interrogando le forme contemporanee della connessione: flussi di dati, distanze che si riducono, traiettorie che collegano territori molteplici.

Il progetto prende avvio da un elemento spesso invisibile: la rete di cavi sottomarini che, posata sul fondo del mare, sostiene la circolazione incessante delle informazioni. Saudargaitė Douaihi li assume come metafora delle storie, delle migrazioni e delle rotte commerciali che hanno modellato per secoli il bacino mediterraneo.

Tramite open call diffusa su Instagram l’artista ha ricevuto fotografie da chi vive o attraversa le coste mediterranee, dal Maghreb al Medio Oriente, dalla penisola italiana alla Turchia: la risposta ha generato un archivio eterogeneo di sguardi sul mare, capace di superare confini linguistici e geopolitici.

Dal 3 dicembre, per il Project Space di Circolo, a Milano, ogni immagine è stata trasformata in una cianotipia, donando ai paesaggi un blu profondo, su cui un filo cucito a mano ripercorre la linea dell’orizzonte e tesse un percorso continuo che tocca idealmente i Paesi che affacciano sul mare.