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Stefano Luppi
Leggi i suoi articoliIl 16 settembre riapre l’abbazia di Nonantola per la prima volta da quando il terremoto del maggio 2012 causò danni tali da mettere in pericolo la struttura fondata nel 752 dall’abate Anselmo (duca del Friuli fattosi monaco benedettino) su terreni donatigli dal re longobardo Astolfo.
I lavori alla chiesa, concattedrale di Modena insieme al duomo romanico di Lanfranco e Wiligelmo, sono iniziati nell’aprile 2016. Costati 1,7 milioni di euro sono stati realizzati da Augusto Gambuzzi e Vincenzo Vandelli che hanno operato con Candini Arte, la ditta modenese che negli anni scorsi ha restaurato anche il Duomo di Modena.
Le scosse sismiche avevano danneggiato gravemente la copertura e le murature dell’abbazia che dal XV secolo è al centro dei terreni della Partecipanza agraria. Ai consistenti lavori strutturali si sono aggiunti interventi minori, quali la produzione di nuovi bacili in ceramica smaltata da parte della ceramica d’arte Gatti di Faenza a imitazione di quelli originali del XII XIII secolo (il museo della abbazia ne conserva tre), la manutenzione dell’affresco raffigurante Annunciazione, Crocifissione e santi attribuito ai Canozi da Lendinara e il restauro dell’altare maggiore, del fonte battesimale e del portale dell’XI secolo con lunetta di Wiligelmo e sugli stipiti scene della storia dell’abbazia e della nascita e infanzia di Gesù.
«Il restauro del protiro e del portale ha comportato nuove campagne diagnostiche, di mappatura e fotografiche, spiegano Gambuzzi e Vandelli, e aggiungono: Abbiamo rimosso stuccature cementizie, revisionato tutta la chiesa e realizzato una manutenzione dell’intera pavimentazione interna».
L'Abbazia di Nonantola
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