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Nel Duomo Vecchio di Brescia (la «Rotonda di Santa Maria») è stato appena completato dalla ditta Mazzoni di Azzio (Varese) il restauro dell’organo Antegnati-Serassi, commissionato nel 1536 a Gian Giacomo Antegnati, della famosa famiglia di organari, e poi restaurato nel 1823 dai Fratelli Serassi, riutilizzando per contratto l’intero materiale fonico originale.
Aggredite dal «cancro dello stagno», le canne Antegnati hanno richiesto un lavoro meticoloso di recupero ma non meno impegnativo è stato l’intervento sui mantici, restaurati e spostati, con lavori strutturali, in una sala apposita, e sui somieri (le casse che ricevono l’aria dai mantici e la distribuiscono alle canne) dei bassi, spostati per far spazio agli affreschi di mano di Girolamo Romanino, documentati ma che si credevano perduti, che in quest’occasione sono stati scialbati di concerto con la Soprintendenza, rivelando 12 figure ai lati della preziosa cassa lignea intagliata (restaurata anch’essa), opera dello scultore bolognese Battista Piantavigna (1537).
Dipinte dal Romanino sono anche le magnifiche ante d’organo (1539) raffiguranti all’esterno lo «Sposalizio» e all’interno la «Natività» e la «Visitazione» della Vergine che, spostate oltre due secoli fa nel Duomo Nuovo, sono state riposizionate dov’erano, riagganciandole (dopo aver rinforzato adeguatamente le strutture lignee vecchie di 500 anni) alle colonne dell’organo Antegnati: manovrabili con telecomando, permettono ora di godere, quando sono chiuse, tanto dei propri dipinti esterni quanto degli affreschi laterali del Romanino (600mila euro il costo totale). Intanto si sta provvedendo all’intonazione e accordatura dell’organo, in vista del concerto inaugurale, il 19 novembre prossimo.

L’organo Antegnati-Serassi con le ante aperte
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