Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine
Stefano Miliani
Leggi i suoi articoliPompei ha «otto tratti significativi di mura per le quali, nel 1944, Amedeo Maiuri ideò un percorso sopraelevato». Mai realizzato. Lo premette a «Il Giornale dell’arte» Renata Picone, ordinario di Restauro all’Università degli Studi Federico II di Napoli, introducendo una vasta e inedita ricerca sulle mura di cui è stata coordinatrice scientifica e condotta grazie a una convenzione del 2021 tra l’Ateneo e il Parco Archeologico di Pompei diretto da Gabriel Zuchtriegel. Il corposo studio ha coinvolto circa 60 studenti, otto docenti, quattro dipartimenti.
Già indagate dagli archeologi, le strutture murarie sono state analizzate con nuovi strumenti come, per esempio, scanner 3D e droni da ingegneri e architetti che hanno esaminato lo stato di conservazione e realizzato una mappatura. Con una scoperta: «La modellazione matematica ha restituito un quadro secondo cui le mura non potevano stare in piedi, riferisce la professoressa Picone. I geotecnici hanno fatto prove e capito che il terreno svolge un ruolo fondamentale di riequilibro, le tiene in piedi». Conclusione? «Senza infiltrazioni le mura sono in sicurezza fino a cinque metri dal piano di calpestio; da quella quota in su, in presenza d’acqua, si possono porre questioni strutturali, perciò vanno monitorate con grande attenzione».
Con l’obiettivo di rendere le mura visitabili, l’indagine dal titolo «Pompei fuori le mura. La cinta antica, le necropoli, gli ingressi moderni, la Buffer zone e il rapporto con i siti minori» è stata presentata il 20 novembre all’Università Federico II. Segnala sempre Picone: «Abbiamo consegnato al Parco 162 tavole e dieci relazioni tecniche per creare un percorso di mobilità sostenibile con tragitti pedonali, bike sharing, navette elettriche tra Pompei e i sette siti territoriali come Oplontis, Torre Annunziata, la Villa di Boscoreale o Quisisana». Il progetto prevede «un cambio di visione: abbinare alla città antica altri siti di grandissima rilevanza» e vuole superare il modello del turismo pompeiano di un giorno solo allungando la permanenza «con risvolti sociali ed economici molto ampi».
Alla proposta si affianca l’«anello verde» in corso di realizzazione. In sintesi, spiega Picone, intorno all’area archeologica, Pompei possiede una zona agricola insieme con le Ferrovie dello Stato. Docenti e studenti hanno censito quei terreni e ideato un piano di sistemazione per frequentarli con un biglietto indipendente da quello per la città antica. Il progetto esecutivo è affidato allo studio fiorentino di architettura del paesaggio Bellesi Giuntoli.

Una mappa delle mura di Pompei. Fonte Renata Picone, Università Federico II di Napoli
Altri articoli dell'autore
Il film di Roberto Dordit ispirato alla vita del soprintendente delle Marche che durante la Seconda guerra mondiale, aiutato da una piccola «armata Brancaleone», salvò migliaia di opere d'arte è anche un potente invito a riflettere su come, oggi, stiamo svalutando la forza del nostro Paese
I 255 miliardi di euro annui di ricavi si riducono a circa 98 miliardi, considerate tutte le «esternalità negative», scrive Cristina Nadotti nel suo libro inchiesta: «Contro l’overtourism serve un’azione politica che rimetta al centro le comunità ospitanti e non i turisti. E compensazioni per i territori sfruttati»
La Fondazione Opificio, ente della Fondazione Cr di Firenze che ha l’obiettivo di sostenere l’Opificio delle Pietre Dure nella valorizzazione delle sue competenze, organizza corsi di conservazione dei beni culturali rivolti a professionisti del settore che vogliano specializzarsi nella gestione dell’emergenza in caso di calamità
Nuova pavimentazione, nuovi lampioni e una nuova, contestata pensilina: i lavori, costati 7,5 milioni, scatenano discussioni e malumori