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Luana De Micco
Leggi i suoi articoliIl Centre Pompidou si esporta (anche) a Bruxelles: il futuro museo d’arte moderna e contemporanea, che aprirà nella capitale belga entro il 2020, porterà infatti l’impronta e il nome del centro culturale parigino. Un protocollo di collaborazione è stato firmato il 29 settembre tra Parigi e Bruxelles.
Dopo la filiale di Metz, inaugurata nel 2010, e dopo il Beaubourg «spagnolo» di Malaga, aperto nel 2015, il Beaubourg, che compie 40 anni il 31 gennaio 2017, porta dunque avanti la sua politica di «decentralizzazione», fortemente voluta dal suo presidente. Serge Lasvignes ha fatto dell’«apertura al mondo» uno dei suoi obiettivi sin da quando ha preso la testa del Pompidou, nel 2015, annunciando che, dopo l’esperienza di Malaga, altri Beaubourg «provvisori» sarebbero nati nel mondo, in Europa e in Asia.
Il 30 settembre scorso un altro accordo di collaborazione è stato firmato anche con la Mao Jihong Arts Foundation di Shanghai per la realizzazione di eventi culturali tra Francia e Cina. A Bruxelles il nuovo museo sarà aperto nello storico quartiere operaio della città, in un ex officina Citroën di 35mila metri quadrati, che la città regione di Bruxelles ha acquisito per 20,5 milioni di euro. L’edificio sarà trasformato in polo culturale e comprenderà in futuro anche un museo dell’architettura e diversi luoghi dedicati a performance artistiche e attività culturali. I lavori di ristrutturazione e allestimento non dovrebbero partire prima del 2018 e sono stimati intorno ai 140 milioni di euro.
Secondo Lasvignes l’accordo con Bruxelles assomiglia a quello che sta alla base del progetto del Louvre Abu Dhabi (la cui data di inaugurazione, nel corso del 2017, continua a non essere ufficialmente annunciata). Esso prevede che il Beaubourg partecipi alla programmazione culturale del futuro museo e presti una parte della sua collezione (più di 120mila opere, di cui è esposto appena il 10%).
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