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Luana De Micco
Leggi i suoi articoliParigi. I turisti che questa mattina speravano di essere tra i primi a visitare la mostra tanto attesa del Musée d’Orsay, «Splendori e miserie», dedicata all’età d’oro della prostituzione a Parigi, se ne sono andati via delusi o infuriati dopo un’attesa inutile.
Le porte del museo parigino sono rimaste infatti sbarrate oggi per la protesta dei dipendenti contro la decisione del Governo di aprire i musei sette giorni su sette, abolendo quindi il tradizionale giorno di chiusura settimanale che sarà dedicato alle visite dei gruppi scolastici. Una direttiva che, oltre al d’Orsay, riguarda anche la reggia di Versailles e il Louvre e che diventerà effettiva a partire dai primi di novembre.
I primi turisti si sono messi in fila stamane sin dalle 9. Alle 10 la fila a zig zag ricopriva tutto il piazzale del museo prolungandosi fino alla vicina rue de Lille. Una scena insomma molto simile a quella che centinaia di turisti hanno vissuto nei giorni scorsi ai piedi del Colosseo e di altri monumenti romani.
A Parigi i turisti, tanti italiani, americani e giapponesi, hanno aspettato sotto la pioggia e il vento, con gli ombrelli aperti, per più di un’ora prima di sapere che il museo sarebbe rimasto chiuso. Dalla folla esasperata sono saliti fischi e grida di protesta. Proprio oggi si sarebbe dovuta inaugurare la mostra dedicata alle case chiuse. La prima, ha precisato il museo, mai organizzata prima intorno a questo tema rovente.
Dopo aver esposto senza pudori il nudo maschile, anche con tendenza gay, (si ricorda nell’autunno del 2013 la mostra «Masculin Masculin»), il Musée d’Orsay, che continua a non porsi nessun tabù, con «Splendori e miserie» apre infatti le porte all’amore a pagamento esponendo, nella scenografia del regista di teatro canadese Robert Carsen, i seni prosperosi e le gambe al vento delle prostitute e cortigiane che hanno ispirato gli artisti tra il Secondo Impero e la Belle Epoque, da Degas a Toulouse-Lautrec, da Manet a Gervex, fino a Derain, Kupka, Picasso, Munch, Vlaminck. Un periodo in cui, tra Ottocento e primi del Novecento, Parigi fu la capitale del libertinaggio e la prostituzione, non limitandosi al chiuso dei bordelli, invadeva teatri, boulevard e cabaret.
La mostra, che si tiene fino al 17 gennaio e che i turisti oggi non hanno potuto vedere (pare rischi di restare chiusa anche domani) è stata realizzata in collaborazione con il Van Gogh Museum di Amsterdam.
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I visitatori hanno aspettato inutilmente davanti al Musée d'Orsay l'apertura della mostra sulla prostituzione
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