«Pier Paolo Calzolari, studio dell’artista, Torino 1980», di Paolo Pellion di Persano (particolare)

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«Pier Paolo Calzolari, studio dell’artista, Torino 1980», di Paolo Pellion di Persano (particolare)

Paolo Pellion non si può che ammirare

Nel Castello di Rivoli una «mostra elegante e quasi soffiata come un vetro» 

La qualità delle fotografie di Paolo Pellion è talmente chiara che toglie le parole dalla bocca di qualsiasi interpretazione. Non si può reagire, non si può che ammirare, e soprattutto non si può aggiungere molto perché lo spazio da cui Paolo Pellion scattava le sue bellissime immagini di arte vita politica viaggi non era il centro del proscenio, e neppure un settore laterale del palco, lui scavava una buca come quella del suggeritore nel teatro di una volta: e da lì si calava, come in una tana, da cui emergevano non battute per gli attori, ma lo sguardo puro del testimone di bellezza. Il testimone di bellezza è colei o colui che estrae il valore estetico dei fenomeni che incrocia senza sovrastrutture, senza psicologismi, senza personalismo e senza nessuna tensione egotistica. 

Da un punto di vista delle relazioni umane com’è ovvio questa discreta cancellazione delle ingombranti pretese dell’Ego è una forma di bellezza in sé, una specie di elisir che depura l’aria e consente a tutti di respirare meglio. 

Ma in un certo senso è stata una benedizione, un punto di vista dei risultati estetici raggiunti da Paolo e radunati in questa mostra elegante e quasi soffiata come un vetro («Paolo Pellion di Persano: La semplice storia di un fotografo», dal 21 aprile all’8 settembre nel Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Ndr): anche il suo modo di inquadrare e restituire la temeraria fornace del lavoro artistico degli anni ’70 e ’80 soprattutto ricorda per metafora la forza del vetro soffiato: calore insufflato di calma.

Paolo Pellion è stato molte altre cose, aldilà del mestiere fotografico che tanto amava e che qui celebriamo.

• Ha scolpito delle bellissime teste di Mick Jagger. Ha coltivato il proprio giardino, letteralmente, nella casa di famiglia a Castagneto Po.

• Ha amato molto i propri figli Caterina e Sebastiano, e i nipoti che è riuscito a conoscere con gli occhi, Alma, Otto.

• Ha amato molto Pia Calosso, sua moglie.

• Ha per diversi anni gestito una piccola azienda legata al mondo del tartufo.

• Ha amato cucinare, specialmente il pesce finto a Pasqua, aggiustare vecchi mobili, collezionare pupazzi di Walt Disney.

• Ha imparato a gestire i temibili attacchi dei calabroni, con un certo coraggio fisico.

• Ha viaggiato in tutto il mondo quando viaggiare richiedeva spirito di adattamento, toccando zone e luoghi ormai mitici.

• Ha apprezzato la compagnia dei cani e la compagnia di un vaso di caramelle, cioccolatini, o altri dolciumi.

• Ha attraversato la vita con eleganza e mitezza.


 

Gianluigi Ricuperati, 19 aprile 2024 | © Riproduzione riservata

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