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Anna Maria Farinato
Leggi i suoi articoliI ripetuti distacchi di materiali ne rendevano ormai indifferibile la messa in sicurezza. Per mesi circondata da transenne e da marzo 2016 occultata dai ponteggi, con un tunnel di lamiera allestito all’ingresso a protezione dei fedeli, la duecentesca facciata principale della Basilica di Sant’Andrea dalla fine dello scorso novembre si presenta finalmente risanata nei paramenti murari in materiale lapideo, intonaco e laterizio e nei vetri del rosone.
L’intervento, finanziato con 380mila euro dal Comune di Vercelli, con un contributo della Fondazione Crt, è stato condotto in otto mesi dal Consorzio San Luca di Torino, su progetto esecutivo degli architetti Simona Anglesio e Rossana Campanile (Comune di Vercelli, committente dei lavori) e sotto l’alta sorveglianza della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Biella, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli (Elena Frugoni e Sofia Villano).
Gli ultimi lavori sul prospetto principale risalivano al 1999 e avevano interessato anche le lunette dei portali riferite all’entourage di Benedetto Antelami. Ma sulla basilica, uno dei più rilevanti monumenti gotici italiani, l’attenzione è continua: «La Fabbrica di Sant’Andrea, spiega l’architetto Simona Zaghi, direttrice dei lavori e responsabile unica del progetto, è per la Città di Vercelli un impegno costante nel tempo. Concluso l’appalto della facciata, ci anticipa, si sta per avviare il secondo cantiere che riguarderà il restauro del campanile. Il bando è attualmente in corso». Entro l’anno, inoltre, dovrebbero essere appaltati i restauri delle superfici pittoriche interne della navata di destra, in parte a rischio di distacco.
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