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Al Marv-Museo d’Arte Rubini Vesin di Gradara sono esposte per la prima volta 84 fotografie del maestro emiliano che raccontano l’indagine condotta nella pianura padana assieme allo scrittore Gianni Celati a inizio anni ’90
- Alessia De Michelis
- 10 luglio 2025
- 00’minuti di lettura


Una fotografia di Luigi Ghirri allestita nella mostra «Luigi Ghirri. Blu Infinito. In viaggio con Gianni Celati e Giacomo Leopardi»
Oltre il blu di Luigi Ghirri
Al Marv-Museo d’Arte Rubini Vesin di Gradara sono esposte per la prima volta 84 fotografie del maestro emiliano che raccontano l’indagine condotta nella pianura padana assieme allo scrittore Gianni Celati a inizio anni ’90
- Alessia De Michelis
- 10 luglio 2025
- 00’minuti di lettura
Alessia De Michelis
Leggi i suoi articoliDall’Emilia alla poesia leopardiana, passando per le strade invisibili della pianura padana: è questo il viaggio proposto da «Luigi Ghirri. Blu Infinito. In viaggio con Gianni Celati e Giacomo Leopardi», la mostra che il Marv-Museo d’Arte Rubini Vesin di Gradara (Pu) dedica al fotografo emiliano, dal 12 luglio al 21 settembre.
Curata da Luca Baroni, direttore della Rete Museale Marche Nord, l’esposizione presenta per la prima volta al pubblico 84 fotografie di Ghirri (donate a una collezione privata dallo stesso autore e oggi esposte con il consenso dell’omonima Fondazione), realizzate nei primi anni ’90 durante un’indagine sul paesaggio padano condotta insieme allo scrittore Gianni Celati (1937-2022). Scatti rari, stampati sotto la supervisione dell’autore, che restituiscono una geografia interiore fatta di dettagli minimi, presenze marginali, soglie da attraversare. Le cornici blu che racchiudono le immagini (da cui il titolo della mostra) diventano simboli dell’altrove, evocando quel «blu oltremare» che per Ghirri è «l’estremo punto del mondo».
Il percorso espositivo intreccia fotografia, cinema e letteratura: oltre alle immagini, grazie al Fondo Gianni Celati della Biblioteca Panizzi di Reggio Emilia, saranno esposti materiali filmici, appunti e documenti legati al documentario «Strada provinciale delle anime» (1991), diretto da Celati e pensato come concretizzazione dell’indagine.
Singolare e potente il dialogo con la visione leopardiana del mondo: come la «siepe» de «L’Infinito», anche Ghirri usa cornici e margini per evocare un oltre, un desiderio inesausto di bellezza.
Dopo Gradara, la mostra approderà ad Apecchio per il Festival Tank-Immagine Analogica, segnando una nuova tappa nel progetto della Rete Museale Marche Nord, che punta a valorizzare l’arte contemporanea anche nei borghi più nascosti.