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I danni del terremoto in un tempio del centro storico di Bhaktapur, in Nepal, sito iscritto nella Lista del Patrimonio Mondiale dell'Unesco. Fotografia di Omar Havana/Getty Images

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I danni del terremoto in un tempio del centro storico di Bhaktapur, in Nepal, sito iscritto nella Lista del Patrimonio Mondiale dell'Unesco. Fotografia di Omar Havana/Getty Images

Nepal, presto una missione dell'Unesco nei luoghi del terremoto per valutare i danni e le possibilità di ricostruire

Luana De Micco

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«L’Unesco si tiene pronto ad accompagnare il Nepal nei suoi sforzi di ricostruzione, sulla base di una cooperazione di lunga data e nella convinzione che il potere della cultura, della scienza e dell’educazione danno agli individui la forza di ricostruire, di guarire e di ritrovare la fiducia». Queste le parole di Irina Bokova, direttrice dell’agenzia delle Nazioni Unite con sede a Parigi, dopo il sisma di sabato scorso che ha fatto più di 5mila vittime e ridotto in macerie tanti siti storici e sacri iscritti nel patrimonio dell’umanità.
In un’intervista all’agenzia di stampa americana Associated Press, la Bokova si è detta «molto addolorata e sotto shock per l’impatto devastante» del sisma che ha provocato «danni estesi e irreversibili» al patrimonio culturale nepalese. L’Unesco si è impegnato ad inviare «appena possibile» sul posto una missione di esperti internazionali per valutare i danni e le possibilità di restaurare e di ricostruire.
Uno dei più antichi templi indù, Swayambhunath, uno dei gioielli di Kathmandu, è andato interamente distrutto. Della torre Dharahara, che era già stata ricostruita negli anni Trenta, non resta più nulla. Neanche i palazzi e i templi di Basantapur hanno resistito alla violenza delle scosse. «Ci vorrà molto tempo, ma sarà possibile immaginare di restaurare e ricostruire i luoghi perché possediamo una documentazione dettagliata dei siti distrutti», ha spiegato alla stampa francese Kishore Rao, direttore del Centro del Patrimonio mondiale dell’Unesco. Le perdite per il patrimonio sono pesanti: «Le piazze storiche del Durbar a Kathmandu, di Patan e Bhaktapur hanno subito danni molto gravi», ha riassunto Christian Manhart, rappresentante dell’Unesco per il Nepal. «Diversi templi sono crollati. Due templi di Patan sono ridotti in macerie, e per la piazza del Durbar a Kathmandu è anche peggio». Diversi luoghi di culto buddisti e induisti sono crollati, tra cui il tempio indù di Pashupatinath (nord-est) e lo stupa di Boudhnath. Alto 36 metri, era uno dei più grandi del mondo. Sembra invece miracolosamente salvo il celebre sito di Lumbini, a circa 270 km da Kathmandu (sud), il luogo dove Buddha sarebbe nato nel 623 a.C. Qui i danni fortunatamente sarebbero minimi.

I danni del terremoto in un tempio del centro storico di Bhaktapur, in Nepal, sito iscritto nella Lista del Patrimonio Mondiale dell'Unesco. Fotografia di Omar Havana/Getty Images

Luana De Micco, 28 aprile 2015 | © Riproduzione riservata

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