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Installation view della mostra di Huma Bhabha da David Zwirner

Photo Jason Schmidt. Courtesy l'artista e David Zwirner

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Installation view della mostra di Huma Bhabha da David Zwirner

Photo Jason Schmidt. Courtesy l'artista e David Zwirner

Huma Bhabha tra apocalisse e arcaico

Alla Galleria David Zwirner, sei nuove sculture e disegni inediti della scultrice pakistano-americana raccontano un ipotetico mondo estinto

Luana De Micco

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La scultura monumentale «Distant Star» (2025) di Huma Bhabha domina la prima sala della Galleria David Zwirner, in rue Vieille du Temple: una figura solenne e enigmatica che, come una divinità silenziosa, «un faro nella notte», è immersa in una contemplazione eterna. Ma, come sostiene la stessa artista, anche il tempo è materiale di lavoro: il processo d'ossidazione che agisce sulla superficie di ghisa della scultura, trasforma l'opera, la corrode, prende il colore rossastro della ruggine. La scultura dà anche il titolo alla nuova personale che lo spazio parigino dedica ad una delle voci più radicali e inclassificabili dell'arte contemporanea (dal 13 giugno al 26 luglio). L'artista pakistano-americana presenta sei sculture inedite e una serie di grandi disegni che riflettono il suo stile, sospeso tra l'archeologico e il post-apocalittico. Nata a Karachi (Pakistan) nel 1962, Huma Bhabha vive e lavora negli Stati Uniti dal 1981. Nel corso della sua carriera ha esposto in importanti istituzioni. Nel 2015 ha partecipato alla 56ma Biennale d'arte di Venezia: le sue sculture di sughero e cartone, come «With Blows» e «With Words», o di pneumatici riciclati,  come «Atlas», erano stato esposte al Padiglione Centrale ai Giardini. 

Nel 2018 il Met di New York le ha commissionato un'installazione dal titolo «We Come in Peace». Huma Bhabha è stata anche ospite del Palais de Tokyo di Parigi nel 2022. in quell'occasione il museo aveva scritto di lei: «Il materiale e la mano sono due elementi centrali nella pratica di Huma  Bhabha. Il primo sprigiona una forza, un potere modellato e infuso dall'intervento della seconda». Le sue figure, che sembrano scaturire da un mondo remoto, sono specchi deformanti della nostra epoca, attraversata da guerre, migrazioni, crisi ecologiche e alienazione culturale. Le altre cinque sculture allestite da Zwirner proseguono la ricerca di Bhabha attraverso materiali inconsueti, sughero, argilla, polistirolo, e tecniche polivalenti. L'artista assembla, scolpisce, colora, rielabora, ottenendo ibridi formali che paiono emergere da rovine di un mondo estinto. Alcune teste sfigurate, composte da teschi animali, argilla e griglie metalliche, sembrano reliquie. 

Queste opere «riuniscono agglomerati di materia finemente cesellati che raffigurano arti e carni contuse. Incarnando così il disordine, la decadenza e lo stato di entropia, sembrano emergere dalle macerie e rimanervi sepolti per sempre», scrive la galleria parigina in una nota. Oltre alle sculture, Huma Bhabha presenta una serie di grandi disegni a inchiostro realizzati su fotografie, da lei scattate e assemblate in collage. Sono ritratti di figure incappucciate che osservano lo spettatore in modo inquietante. Un nuovo motivo visivo, che affonda le radici nell'iconografia medievale cristiana e dei i santi francescani dipinti da Cimabue e Giotto. I volti, quasi cancellati, si limitano a due occhi intensi e disumani, resi attraverso collage e tratti neri. Bhabha riesce qui, come sempre, a mettere in corto circuito il mostruoso e l'intimo: «Pervasi di stranezza e umorismo, scrive ancora la galleria, questi disegni profetici creano un ponte tra il mostruoso, l'animale, l'extraterrestre e quanto c'è di più umano». L'esposizione parigina arriva in un momento di particolare rilievo per la carriera dell'artista. In contemporanea, il Barbican Centre di Londra, in coproduzione con la Fondation Giacometti, ospita «Encounters: Giacometti» (fino a agosto), mostra che mette in dialogo alcune opere di Bhabha con quelle del grande scultore svizzero

L’artista Huma Bhabha accanto ad alcune sue sculture. Photo Daniel Dorsa. Courtesy David Zwirner

Luana De Micco, 06 giugno 2025 | © Riproduzione riservata

Huma Bhabha tra apocalisse e arcaico | Luana De Micco

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